ROMA – Preso dall’incontro con l’Associazione nazionale magistrati, il Presidente della Camera Gianfranco Fini non si è presentato all’udienza di conciliazione per la casa di Montecarlo, stabilita dalla riforma approvata un anno fa che prevede, nelle cause civili, di rivolgersi a un “mediatore” per tentare di trovare un accordo tra le parti prima di finire in tribunale.
Come dice l’avvocato-deputato Giuseppe Consolo, “presentarsi all’audizione non è obbligatorio”, anche se la legge invita le parti a confrontarsi. L’avvocato Consolo spiega: “Non ci siamo presentati – ribatte il deputato di Fli – perché qualche giorno fa la norma sulla mediazione è stata dichiarata anticostituzionale dal Tar del Lazio”.
Cosa accadrà adesso? Il mediatore ha rinviato l’audizione all’11 maggio per sincerarsi della regolarità della notifica a casa del presidente della Camera. Se anche quel giorno non si presenterà, il tentativo di conciliazione si concluderà con un nulla di fatto e nella successiva causa civile Fini partirà “svantaggiato” perché il giudice potrebbe trarre dei convincimenti sulla decisione finale dal comportamento processuale dei convenuti.
La decisione del leader di Futuro e Libertà, dunque, potrebbe non essere indolore per lui anche sotto il profilo risarcitorio perché le spese del giudizio rischiano di ricadere sulle sue spalle. Ma è il processo civile che Fini teme davvero perché nell’argomentare l’archiviazione sul caso sollevato dal Giornale, i pm hanno ammesso la veridicità dei fatti ed evidenziato l’esistenza di irregolarità da perseguire civilmente, non avendo trovato nulla di penalmente rilevante.