Casa a Montecarlo, il Giornale scodella le ‘prove’: fatture, testimonianze e disegni. Ma non tutto è chiaro

Gianfranco Fini

Lo aveva annunciato e anche dopo aver incassato le smentite del portavoce del diretto interessato Gianfranco Fini (“Un delirio diffamatorio”) e del mobilificio coinvolto, il Giornale torna sulla vicenda della Casa di Montecarlo portando le sue “prove”.

“Ecco i documenti che smentiscono Fini’ titola il quotidiano della famiglia Berlusconi e, come promesso, pubblica in prima pagina le fatture dei mobili che sarebbero stati acquistati dalla compagna del presidente della Camera, Elisabetta Tulliani, destinati, per il quotidiano, alla casa di Montecarlo.Per corroborare le sue tesi il quotidiano usa i “pezzi grossi” con articoli firmati sia dal direttore Vittorio Feltri, sia dal  condirettore Alessandro Sallusti.

Di certo, in ogni caso, c’è solo la frequentazione da parte di Fini e consorte del mobilificio Scavolini a Roma e l’acquisto di alcuni mobili che non è certo un reato. Sul trasferimento degli arredi a Montecarlo, invece, di prove chiare, almeno per il momento non ce ne sono.

“Il presidente – si legge nel catenaccio – era al tavolo con lei e l’arredatore, lavoravano al progetto per quella casa”. ”Ci risiamo con le minacce e le querele”, scrive invece Sallusti, rispondendo alla decisione del presidente della Camera di adire le vie legali.

Ma ”da oggi iniziamo con le interviste. Dei venditori e non solo” incalza il Giornale. Racconti di privati cittadini che ”avevamo deciso di tenere riservati per evitare loro possibili ritorsioni. Ma i suddetti cittadini hanno piu’ coraggio del presidente della Camera”. E ora, ”ogni giorno sul giornale avranno nome, cognome e facce anche decine di persone che Fini ha incontrato nell’androne e uscendo con la compagna, dalla casa di Montecarlo, con le quali si è cordialmente intrattenuto a parlare di politica e del piu’ e del meno come fa qualsiasi vip in vacanza”.

A corredo degli articoli, Il Giornale pubblica gli ”otto punti che Fini deve ancora chiarire” e, sempre in prima pagina, replica all’annuncio di querela del presidente della Camera: ‘E’ stato lui a tradirsi, quereli se stesso’ è  il titolo dell’articolo, che si riferisce al punto 7 della ”autodifesa” del presidente della Camera: ‘La vendita dell’appartamento è avvenuta il 15 ottobre 2008, dinanzi al notaio Aureglia Caruso e sulla natura giuridica della società acquirente e sui successivi trasferimenti non so assolutamente nulla’. Il quotidiano di Feltri, inoltre, pubblica a pagina 2 la testimonianza di un dipendente – di cui fa nome e cognome, Davide Russo – del mobilificio dove sono stati acquistati i mobili.

”Le loro visite non sono mai state un segreto: avere la terza carica dello Stato nella propria clientela, anche se mi risulta che fosse lei a pagare – dice l’impiegato del centro arredamenti, da cui si e’ dimesso secondo quanto scrive il quotidiano – non è cosa che peggiori gli affari”. E domani, annuncia il direttore, Vittorio Feltri, ci sarà anche ”un inserto speciale per pubblicare il maggior numero di firme, arrivate a valanga in redazione” per chiedere le dimissioni di Fini dalla presidenza della Camera.

Alla fine del suo editoriale, tuttavia, Feltri aggiunge poche righe alle sue considerazioni sull’intervento del presidente della Repubblica, che ha chiesto di smettere con i ‘veleni’ verso il presidente della Camera: ”Personalmente – scrive il direttore del Giornale – mi impegno a chiudere la questione a patto che il presidente della Camera si decida a dire la verita’ sul caso Montecarlo”. Forse. Difficile, però, che tra qualche mese il direttore del Giornale riesca ad uscire fuori dalla vicenda parlando di una “bagattella” come avvenuto nella vicenda che ha portato alle dimissioni da Avvenire di Dino Boffo.

Da Fini replica ironica. Fatti irrilevanti spacciati per prove. Per rispondere alle nuove accuse piovute dal quotidiano Il Giornale sulla vicenda della casa di Montecarlo, stavolta il presidente della Camera Gianfranco Fini  non scomoda neppure il portavoce e le repliche arrivano attraverso l’Ansa da non meglio precisate “fonti della presidenza della Camera” che spiegano: ”Feltri cerca di camuffare come prove fatti irrilevanti. Quella cucina, naturalmente, non è a Montecarlo. Ne risponderà in tribunale”.

Parlando con i suoi, a quanto si apprende, fini avrebbe commentato le ultime rivelazioni del Giornale: ”Le presunte prove di Feltri si commentano da sole, e’ la dimostrazione di come e’ messo il direttore del Giornale”.

Improntato all’ironia un suo ulteriore giudizio: ”E queste sarebbero le prove per cui io mi dovrei dimettere? Sono preoccupato, perché se ora spuntasse fuori anche l’acquisto di un portaombrelli sarei davvero nei guai…”.

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Emiliano Condò