ROMA – Entro sabato si aprirà la causa civile intentata da Francesco Storace nei confronti di Gianfranco Fini e dell’ex tesoriere di An, Francesco Pontone, per la questione della casa che fu di An a Montecarlo. Lo scrive il quotidiano ‘Libero’ spiegando che Fini verrà così convocato dalla nuova figura del “mediatore”, a cui ci si deve rivolgere, secondo una nuova legge, prima di avviare una causa civile. Il mediatore ufficiale della avvocatura romana chiederà quindi a Fini quanti soldi è disposto a restituire ad Alleanza nazionale per evitare la causa civile.
‘Libero’, inoltre, sollecita un’ispezione, da parte del ministero della Giustizia, su pm e gip che si sono occupati del fascicolo sulla casa di Montecarlo. E perché? Perché ‘Libero’ sostiene che i pm hanno ignorato le “bugie” raccontate da Pontone, ascoltato il 14 settembre del 2010 come persone informate dai fatti. “In quelloccasione – scrive ‘Libero’ – Pontone aveva cercato di giustificare il prezzo assai basso (lo ha riconosciuto anche il gip di Roma) a cui era stato venduto lapparta – mento finito a Giancarlo Tulliani, con uno stato di abbandono dei locali. Pontone aveva spiegato di essere andato con il parlamentare di An, Antonio Caruso nel 2000 a Montecarlo, di essere entrato nellappartamento ricevuto in eredità dalla contessa Anna Maria Colleoni e di averlo trovato fatiscente”.
“I pm avevano convocato qualche giorno dopo lo stesso Caruso – continua ‘Libero’ – che aveva smentito la versione di Pontone: ‘no, lapparta – mento labbiamo visto solo dallesterno. Non siamo entrati perché non avevamo le chiavi’. Qualche settimana dopo è arrivata dalla rogatoria di Montecarlo la conferma documentale della versione di Caruso (…) Pontone sul punto nell’interrogatorio mentì, rischiando per altro di sviare le indagini del pubblico ministero. Lex segretario di An non era indagato al momento dellinterro gatorio, e quindi ha compiuto un reato”. Come mai, si chiede ‘Libero’, i magistrati non l’hanno indagato?