Casa Montecarlo, Fini: “Quei documenti sono falsi. E’ una porcata fabbricata dai Servizi”

Gianfranco Fini

Per il presidente della Camera Gianfranco Fini il documento secondo cui  Giancarlo Tulliani è proprietario della Casa di Montecarlo è “un falso” e “una porcata”.  Fini spiega che il documento è “talmente fatto bene da pensare che dietro ci siano i servizi”.

Il presidente della Camera,  prima ancora che cominciasse la riunione mattutina di Futuro e Liberta’ per decidere il si’ dei finiani sull’utilizzo delle intercettazioni a Cosentino,  aveva già  avuto modo di esprimere in modo chiaro ed inequivoco a diversi dei suoi la chiusura di ogni spazio di dialogo con Silvio Berlusconi, dopo la pubblicazione da parte dei quotidiani di famiglia del Cavaliere dell’atto che attribuirebbe al cognato del Presidente della Camera, Giancarlo Tulliani, la proprietà della società off shore proprietaria della casa di Montecarlo.

Con il deposito della mozione dei finiani contro Augusto Minzolini, direttore del Tg1, e Mauro Masi, direttore della Rai, (sebbene questa fosse gia’ annunciata da giorni), il si’ su Cosentino e l’annuncio della rottura di ogni trattativa – a partire da quella sulla giustizia e sullo scudo processuale per il premier – e’ stata la risposta strategica pensata nel consueto pranzo al gruppo dei finiani del mercoledi’, durante il quale l’invito e’ stato quello di ”rimettersi l’elmetto in testa” e prepararsi all’ok corral.

”Chi ci sta ci sta. E se qualcuno tentenna e’ bene che cambi strada ora”, e’ la rotta indicata dai falchi alle colombe. Si va ai materassi, dunque, di fronte a quello che i finiani considerano un documento falso, di fronte ai racconti di un Berlusconi che durante il vertice di ieri sera a Palazzo Grazioli si sarebbe informato sulle prime pagine di ‘Giornale’ e ‘Libero’. ”Il dossieraggio va avanti da Agosto – dice un dirigente di Fli – ma l’escalation alla vigilia del discorso di Berlusconi alla Camera e’ sospetta”.

Fine del dialogo e delle trattative, percio’, anche di fronte alla convinzione che nell’operazione mediatica di ”dossieraggio” contro Fini sarebbero coinvolti addirittura servizi deviati e ci sarebbe ”l’utilizzo di ingenti risorse di denaro in Italia e all’estero al fine di produrre e diffondere documentazione falsa”. Ce n’e’ abbastanza per alzare il ponte levatoio del dialogo. Anche se falchi e colombe sono d’accordo su una cosa: non e’ in discussione il voto di fiducia ai 5 punti di programma che Berlusconi presentera’ il 29 alla Camera. ”Chi ha interesse a rompere, e non siamo certo noi, deve assumersi le sue responsabilita’ – dice un dirigente Fli – e non cercare di provocare incidenti, facendoci saltare i nervi per ridarci il cerino in mano”.

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Emiliano Condò