
”Ci aspettiamo che il ministro di St.Lucia ora alleghi una documentazione precisa per avvalorare quanto afferma”, e cioè che ”il documento sulla compravendita dell’immobile di An a Montecarlo è autentico”: lo ha detto, intervenuto in collegamento al Tg1, Antonio Padellaro, direttore del Fatto, che ha pubblicato la risposta del ministro ”perche’ e’ un quotidiano che fa giornalismo senza chiedersi se favorisca Berlusconi o Fini”.
”Con tutto il rispetto – ha aggiunto Padellaro – si tratta di un ministro di un paese caraibico di cui nulla sappiamo, né sappiamo come mai quel documento sia finito sui giornali”. In collegamento con il Tg1 anche il direttore di Libero Maurizio Belpietro: ”Ormai si è capito che non c’è nessuna macchina del fango, come qualcuno ha sostenuto e di cui siamo stati accusati – ha sottolineato – bensi’ una macchina della sabbia che cerca di insabbiare la verità sulla vicenda di Montecarlo, impedendo agli italiani di sapere chi è il vero proprietario, perché l’immobile sia stato svenduto da An a 300 mila euro anziché 1 milione e 500 mila, chi abbia incassato questi soldi”.
“Vedo che, dopo aver sostenuto che il documento era taroccato, ora si cerca di dire che il ministro è falso – spiega ancora Belpietro – immagino che questa storia abbia seguiti altrettanto esilaranti come quelli di questi giorni”. Per Padellaro, la vicenda e’ destinata ad avere ”conseguenze politiche inevitabili. Il paradosso e’ che un presidente della Camera, che ha formato un suo gruppo, attraverso i suoi rappresentanti accusa il premier di aver ordito una macchinazione ai suoi danni, anche se e’ vero che da 40 giorni i giornali vicini al premier non fanno altro che massacrare Fini. Non si capisce come Futuro e Liberta’ possa dare fiducia a un premier che Fini accusa in maniera così pesante”.
Belpietro ha invece invitato Fini a ”convocare una conferenza stampa per dire quello che sa”. La prima domanda alla quale, secondo il direttore di Libero, il presidente della Camera dovrebbe rispondere è ”perché la casa sia stata venduta a una società di cui non si sa ancora il nome. E’ curioso che Fini non si sia premurato nel 2008 di saper a chi stava vendendo: dovrebbe cominciare a raccontare chi è il proprietario, perché rifiutò offerte più elevate, chi ne ha beneficiato. Il resto sono tutte chiacchiere”.
