
ROMA – Una assoluzione “illogica”. Perché con 600 mila euro non si compra nemmeno “un immobile economico in una remota periferia di Roma”. La Procura calca forse un po’ la mano ma rende certamente l’idea. E ricorre in Appello contro l’assoluzione di Claudio Scajola per la vicenda della casa a sua insaputa. Quella del Colosseo, appunto.
Scajola per quella casa è stato assolto con formula piena. Un politico ingenuo, inconsapevole ma pulito, ha sentenziato Eleonora Santolini. Ma contro tanta presunta ingenuità la procura ricorre in Appello. Nel nome della logica. Claudio Scajola è politico figlio di politico (suo padre fondò la Dc di Imperia). E’ stato, e l’elenco è parziale, ministro dell’Interno, ministro per il programma di governo, presidente del Copasir (servizi segreti…), sindaco di Imperia.
E procura si chiede se può uno così non chiedersi qualcosa che si chiederebbe chiunque: 200 mq al Colosseo per 600mila euro. Chi paga la differenza? Per Eleonora Santolini sì. Per i pm no. Il ricorso si giocherà su questo: più Scajola saprà mostrarsi ingenuo e inconsapevole, più avrà possibilità di vincere.
