Il Papa ha preso in mano in prima persona il caso Boffo, l’ex direttore di Avvenire, il quotidiano della Cei, dimessosi dopo le accuse di molestie pubblicate dal quotidiano dal Giornale, rivelatesi poi infondate. Benedetto XVI ha infatti chiesto una dettagliata relazione sugli ultimi sviluppi della questione. Una richiesta esplicita, rivolta ai suoi più stretti collaboratori, sulla scia delle nuove polemiche nate dopo il pranzo “riparatore” di lunedì a Milano fra Dino Boffo e il direttore del quotidiano della famiglia Berlusconi, Vittorio Feltri.
Un incontro chiarificatore, a cinque mesi dalle traumatiche dimissioni del primo. Il Papa, nonostante l’intensità degli impegni e le udienze, si dimostra tutt’altro che assente dalla vicenda. I piani alti del Palazzo Apostolico lo descrivono anzi come “molto attento al caso”. Ha ottenuto, “per cercare di capire di più”, una lunga nota esplicativa dagli uffici della Segreteria di Stato. E anche per prendere qualche decisione in merito. Un intervento discreto che Benedetto XVI sta preparando nell’Appartamento papale, forse indotto dalle voci, circolate con insistenza sui giornali, secondo cui a fornire a Feltri il falso documento sarebbe stato un “esponente istituzionale” della Santa Sede.
C’è chi si è spinto a indicare come ipotetico “ispiratore” dell’iniziativa ai danni di Boffo il direttore dell’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, su “mandato” del cardinale segretario di Stato Bertone. In altre parole, una manovra interna al Vaticano ordita per colpire il direttore di Avvenire e, indirettamente, indebolire l’alleanza tra i cardinali Angelo Bagnasco e Camillo Ruini, suo predecessore alla Cei: in sostanza i due più importanti esponenti del governo centrale della Chiesa italiana.
Malgrado i silenzi ufficiali, Papa Ratzinger ha adesso sul tavolo del suo studio la pratica Boffo-Feltri sotto forma di nota esplicativa, su cui sono stati delineati tutti i termini della questione.