«Quando ci sono dei fraintendimenti, soprattutto se offendono la sensibilità di una famiglia, è giusto chiedere scusa»: così il sottosegretario Carlo Giovanardi. Un ripensamento dopo aver detto che Stefano Cucchi era morto perchè “drogato, anoressico e sieropositivo”? Sì e no: Giovanardi aggiunge: «Come Dipartimento e come Presidenza del Consiglio siamo disposti a costituirci parte civile nel processo se dovessero emergere responsabilità di qualche pubblico ufficiale nel corso della vicenda». Insomma, scuse ma non marcia indietro fino a prova contraria.
Il sottosegretario era intervistato da Barbara Palombelli nel corso della trasmissione «28 minuti» su RadioDue: «Ci tengo a ribadire che è un fatto gravissimo, intollerabile, che per cinque giorni Stefano non sia stato curato, è entrato in ospedale che pesava 43 chili ed è uscito che ne pesava 36 chili, non è stato nutrito. E la famiglia – ha continuato il titolare delle politiche antidroga – ha ragione a chiedere il motivo per cui non è stata coinvolta. Perché non sono stati chiamati gli psicologi, perché i medici non lo hanno curato? Una persona così debole e fragile non è stata aiutata. Questa è la cosa più grave».