Quello che, prima di tutti, la Porcura di Bologna dovrà accertare è perché si tentò, e si riuscì, di “fare fuori” Marino dal Sant’Orsola. Il problema, cioè, è capire se i motivi erano politici («Vittima di azioni ostruzionistiche per essersi contrapposto all’onorevole Pier Luigi Bersani nelle primarie del Pd» come scrive la Procura di Crotone sulla base di intercettazioni telefoniche tra alcuni medici del Sant’Orsola) o non si rispettarono i patti perché in quel momento di sale operatorie da mettere a sua disposizione non ce n’erano (come sostengono i vertici della sanità emiliano- romagnola e dello stesso ospedale).
Dunque, è stato boicottaggio politico o impedimento logistico?
Da parte sua Pier Luigi Bersani si è precipitato di prima mattina da Marino, ha chiesto chiarimenti, affidando poi ai suoi il compito di stoppare sul nascere la vicenda: «Chi pensa che ci sia un rapporto tra primarie e ospedale Sant’Orsola è al delirio».
Anche la Regione fa muro. «È una storia triste, io stimo Marino, ma posso assicurare che non c’è stato alcun boicottaggio o interferenza politica » dice Giovanni Bissoni, assessore alla Sanità, citato nelle intercettazioni (pubblicate ieri dal Corriere), nelle quali due medici del Sant’Orsola, conversando con un influente commercialista di Crotone, Giuseppe Carchivi, parlano esplicitamente di boicottaggio.