Caso Ruby, il servizio di Matrix difende il premier: Beppe Severgnini si alza e se ne va

E anche Beppe Severgnini, irritato da un servizio-tappetino a Matrix, si alza e se ne va. Quando è troppo è troppo.

Sull’ammiraglia informativa del Cavaliere sta andando in onda la controffensiva mediatica del Cavaliere: Signorini con Ruby monopolizzava la seconda serata mercoledì. Il giorno prima, stesso orario, stesso canale il compito era affidato al conduttore di Matrix Alessio Vinci. Un contraltare obbligato, per i sodali del premier, utile a contrastare i nemici di Ballarò. Ospite d’onore e difensore d’ufficio il Ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna.

In collegamento con lo studio da Milano c’era anche il giornalista del Corriere della Sera Beppe Severgnini. Firma prestigiosa, opinionista di valore, Severgnini non è uso a comportamenti men che corretti o a improvvise alzate di testa. Ma di fronte a un servizio in cui si dava per “obiettivo” (assodato)  l’accanimento contro il premier, non ha potuto resistere oltre. Il suo commento è stato più eloquente di una lunga dissertazione: nessuna polemica, nessuna spiegazione, solo una poltrona vuota. “Ho annusato lo sfacelo di un impero” il laconico commento a telecamere spente. Insomma “ogni limite ha una pazienza” avrebbe detto Totò.

Alla illustre defezione il conduttore Alessio Vinci non fa una piega: ”Mi spiace, ora siamo sbilanciati”. Peccato, davvero.

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Lorenzo Briotti