Dopo aver preso visione delle intercettazioni che inguaiano il premier, i componenti di maggioranza nella giunta per le autorizzazioni si preparano a dare battaglia per neutralizzare la richieste dei Pm di Milano di procedere con la perquisizione dell’ufficio del tesoriere di Berlusconi, Giuseppe Spinelli. Il dossier Ruby sarà all’esame della giunta presieduta dal Pd Pierluigi Castagnetti a partire da mercoledì. Relatore sarà il vicepresidente della Camera Antonio Leone, del Pdl.
La maggioranza, sulla carta, non dovrebbe correre rischi: i fedelissimi di Berlusconi sono undici, i deputati del’opposizione (compresi finiani e centristi) nove, senza il presidente Castagnetti, che per prassi non vota. Ma anche se lo facesse, il suo voto non sarebbe sufficiente a far pendere la bilancia in favore della richiesta dei pm milanesi. Con questa certezza, la maggioranza si giocherà le sue carte chiedendo la restituzione dell’incartamento alla procura di Milano, con l’argomentazione che i pm non avrebbero rispettato la competenza del tribunale dei ministri. Il voto però, come spiega Castagnetti, si svolgerà a scrutinio palese: prima in giunta, poi nell’aula di Montecitorio, per la decisione definitiva.
Questo significa che la maggioranza non potrà fare affidamento su eventuali aiuti sottobanco ma dovrà accontentarsi dei suoi pochi voti di scarto. La partita, comunque, non si esaurirà nel volgere di una giornata: il regolamento della Camera concede 30 giorni per dirimere la questione, e anche Castagnetti prevede che la decisione finale non arriverà prima di qualche settimana, Sempre che Berlusconi non decida di rompere gli indugi e di andare alle elezioni.