Ā«L’attribuzione di competenza ĆØ effetto prodotto dall’aggravamento dei limiti edittali di pena operato dalla legge 5 dicembre 2005 numero 251Ā», la cosiddetta exCirielli. Lo spiega la prima sezione penale della Cassazione, nella sentenza n. 4964, depositata oggi, con la quale si ĆØ stabilita la competenza della Corte d’assise per processare chi dirige un’associazione mafiosa, con l’aggravante dell’associazione armata.
Ā«Non rileva chiedersi se il legislatore – si legge ancora nella sentenza, lunga otto pagine – si sia o meno reso conto del prodursi di detto effettoĀ». Dunque, sottolinea la Suprema corte, «è dall’8 dicembre 2005, data di entrata in vigore della menzionata legge 251, che il reato aggravato ĆØ diventato di competenza della Corte d’assiseĀ». Questa sentenza, che nei giorni scorsi ha scatenato allarme, ĆØ stata pronunciata nell’ambito del processo “Amante”, a carico di nove imputati, stabilendo la competenza a procedere della Corte d’assise di Catania.
Il gup, nel gennaio 2009, aveva rinviato a giudizio gli imputati per associazione mafiosa aggravata dall’associazione armata e dall’attivitĆ economica finanziata con profitto proveniente da delitti. Nel maggio scorso, poi, il tribunale di Catania si era dichiarato incompetente e aveva disposto la trasmissione degli atti alla Corte d’assise, che, a sua volta, si era rivolta alla Cassazione affinchĆ© chiarisse il da farsi.
La legge ex Cirielli, prevedendo un inasprimento delle pene per mafia, aveva previsto condanne non inferiori a 24 anni per chi promuove, organizza e dirige un’associazione mafiosa, con l’aggravante dell’associazione armata. In tal modo, di conseguenza, la competenza risulta essere delle Corti d’assise, non dei tribunali.
