
Umberto Scapagnini, ex primo cittadino catanese, da anni medico personale di Silvio Berlusconi, è stato rinviato a giudizio per falso ideologico sui conti del comune di Catania. L’inchiesta era stata aperta successivamente alla scoperta di un buco in bilancio di centinaia di milioni di euro, relativamente al rendiconto consuntivo del 2003 e ai relativi dubbi sollevati dalla Corte dei Conti.
Scapagnini, autore di oltre 500 pubblicazioni su riviste scientifiche di alto profilo e co-editore di più di venti volumi, si è affacciato alla politica 25 anni fa e ha ottenuto la carica di sindaco di Catania nel 2000. Il mandato è stato poi riconfermato nel 2005. Intanto, il bilancio comunale ha iniziato a spostarsi pericolosamente verso il basso, portando la città siciliana verso una gravissima crisi finanziaria che non accenna a diminuire.
Nel 2008 Scapagnini si è dimesso dalla carica di sindaco e si è spostato nelle fila del PdL, proponendosi come deputato e vincendo le elezioni nella lista del Cavaliere. L’elezione in Parlamento gli ha concesso l’immunità dalla condanna chiesta dal pubblico ministero Francesco Puleio il 2 maggio 2008: due anni e sei mesi per irregolarità nelle concessioni previdenziali rilasciate dal Comune per la questione “cenere nera” dell’Etna.
Intanto si è aperta l’inchiesta sullo spaventoso buco in bilancio dell’amministrazione catanese. Il Giudice dell’udienza preliminare, Angelo Costanzo, ha rinviato l’imputato a giudizio ma ha disposto altresì il non luogo a procedere per il capo d’imputazione più pressante, quello di abuso d’ufficio, dichiarando che il fatto non costituisce reato in assenza di dolo. Insieme a lui, sono stati rinviati a giudizio anche altri tredici assessori di centro-destra: Francesco Caruso, Giuseppe Arena, Mario De Felice, Filippo Drago, Stefania Gulino, Santo Ligresti, Giuseppe Maimone, Domenico Rotella, Salvatore Santamaria, Giuseppe Siciliano, Nino Strano, Giovanni Vasta e Giuseppe Zappalà.
La prima udienza è prevista il prossimo 30 marzo.
*Scuola di giornalismo Luiss
