«L’unità d’Italia spero sia un tesoro nel cuore di tutti e di ciascuno, a cui tutti vogliano contribuire anche in modo diverso, ma con questo tesoro e convinzione che appartiene a tutti». Lo ha affermato l’arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), cardinale Angelo Bagnasco, al convegno per i 150 anni dell’Unità d’Italia promosso dalla Cei.
«La Chiesa ha portato il suo contributo in ordine alla solidarietà e al senso del bene generale e per la storia presente, perché senza passato non ci sono né presente e né futuro». Una risposta indiretta alle parole del ministro Roberto Calderoli, il quale aveva detto che non era sicura la partecipazione della Lega per i 150 anni dell’Unità d’Italia, dichiarazioni che avevano provocato molte polemiche nel mondo politico.
«Il bene comune deve essere la stella polare per tutti, al fine di costruire un futuro veramente umano per tutti», ha proseguito il cardinale. La storia di questi 150 anni di unità politica d’Italia «testimonia in modo inequivoco come, a condizione di un’elevata tensione morale, anche nei momenti più difficili, certo non meno di quelli attuali – ha proseguito Bagnasco – sia possibile perseguire e conseguire accordi che per lunghi periodi consentono una convivenza civile di grande qualità. L’unica cosa che dobbiamo temere – ha aggiunto il presidente della Cei – è una cattiva ricerca storica, una propaganda ideologica, di qualsiasi segno, spacciata per verità storica».