ROMA – Le centrali nucleari non verranno costruite nelle Regioni che negheranno l’assenso alla localizzazione degli impianti nel loro territorio. Lo ha detto il sottosegretario alle Attività produttive, Stefano Saglia, durante la seduta notturna delle commissioni Ambiente e Attivita’ produttive della Camera, svoltasi martedì sera. Ma allora dove verranno costruite visto che la lista dei governatori contrari al nucleare in casa propria si fa sempre più folta?
Saglia ha detto che anche in caso di ”escalation dell’emergenza” nucleare in Giappone, sarebbe un errore bloccare il piano del governo di ritorno all’atomo.
La seduta notturna è stata convocata dopo la sospensione di quella del pomeriggio a causa dell’assenza di un esponente del governo. Saglia, benché malato, è partito da Brescia per Roma, vista l’indisponibilità di altri esponenti dell’esecutivo. Saglia è intervenuto dopo che numerosi esponenti del Pd hanno chiesto al governo la ”sospensione” del piano alla luce dell’incidente a Fukushima e delle decisioni degli altri paesi Europei.
Il sottosegretario però ha risposto dicendo che ”la tragedia immane in atto in Giappone non sia connessa con le scelte per il nucleare, ma si tratta di una catastrofe inimmaginabile con conseguenze imprevedibili”. Inoltre ”dei 55 reattori nucleari presenti in Giappone, 11 sono stati bloccati secondo le procedure di sicurezza; solo 4 reattori stanno attraversando una fase critica e di questi 4 solo un reattore ha registrato il mancato funzionamento dei sistemi di raffreddamento”.
Quindi sarebbe ”inopportuna una modifica da parte del governo delle decisioni gia’ assunte sul piano energetico sull’onda emotiva degli eventi catastrofici del Giappone”. Rispetto alle decisioni degli altri Paesi europei, Saglia ha sottolineato ”come la Germania si è limitata a decidere una moratoria sul prolungamento delle centrali nucleari dello stesso modello di quello entrato in crisi in Giappone”.
Quindi Saglia ha detto di ritenere che ”anche qualora ci si trovasse di fronte ad un escalation dell’emergenza nucleare, sarebbe sbagliato tornare indietro ed interrompere l’attuazione del programma energetico del governo”.
”Altra questione – ha osservato – è invece la necessità di un maggior coordinamento delle Autorità nazionali di sicurezza che, anche alla luce delle decisioni del Consiglio dell’Unione europea convocato per il prossimo lunedì 21 marzo, dovrà riguardare anche la fissazione di requisiti di sicurezza degli impianti europei”.
Infine Saglia si è soffermato sui rapporti Stato-regioni, visto che il piano prevede sì un parere obbligatorio da parte delle regioni, ma non vincolante: egli ha ribadito ”come non si potranno realizzare le centrali nucleari nelle regioni che si esprimeranno negativamente sulla localizzazione degli impianti nel loro territorio e che il programma energetico nucleare non potrà essere realizzato in assenza di una totale condivisione delle comunità territoriali coinvolte”. Saglia ha concluso con una osservazione, e cioè che ”non è questo il momento più opportuno per modificare le decisioni di politica energetica”.