I centristi sono ”pronti a collaborare con il governo in Parlamento” ma ”le poltrone di ministro e sottosegretario non ci interessano, anzi, invitiamo a rinunciare alla litania delle offerte all’Udc, sempre smentite”. Lo sottolinea il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, in un’intervista al Messaggero in cui delinea le proposte del suo partito al presidente del Consiglio ma anche al Pd, per il quale ”è arrivato il momento di scelte strategiche, se vuole davvero aprire un dialogo con noi”.
Bersani, aggiunge, ”deve dire da che parte vuole andare”, non può ”inseguire il massimalismo di Vendola sulla Fiat o il giustizialismo distruttivo di Di Pietro e pensare di avere un rapporto positivo con noi”. Ma l’Udc per ora guarda alle possibilità di un ”confronto positivo con il governo” se metterà in campo ”riforme serie”.
”A noi – spiega – interessa dare una mano al Paese. Berlusconi se vuole ènelle condizioni di proseguire la legislatura, ma se rifiuta la governabilità che oggi gli offriamo, la responsabilità di esporre l’Italia a un grave pericolo sarà tutta sua”. E ”se vuole tirare a campare stentatamente, si accomodi”, ma in quel caso ”sarebbe meglio il voto”.
In ogni caso ”la nostra intesa con Fini è la sola vera novità politica di fronte al fallimento di questo bipolarismo. Insieme faremo il Polo degli italiani, e non saranno piccole mosse tattiche a impedirlo”. Sul federalismo, Cesa ribadisce che ”così non va, bisogna modularlo” affinché sia ”solidale” ma va anche inserito ”in un quadro di riforme complessivo”. Non si può più, ad esempio, ”rinviare il confronto sulla legge elettorale e la sfiducia costruttiva”.