La Chiesa prende una posizione ufficiale contro la classe dirigente che governa l’Italia: in un documento della Cei si legge che il Paese sta vivendo un momento ”drammatico”, appare ”senza classe dirigente, senza persone che per ruolo politico, imprenditoriale, di cultura, sappiano offrire alla nazione una visione, degli obiettivi condivisi e condivisibili”.
E’ questa l’analisi da cui parte il documento base della prossima ”Settimana sociale”, promossa dalla Cei a Reggio Calabria, anticipato in un’ intervista a Radio Vaticana, dal segretario del comitato organizzatore, Edoardo Patriarca.
”L’analisi che abbiamo fatto, lavorando al documento preparatorio – spiega Patriarca nell’intervista – è proprio della sensazione di un Paese che sta vivendo un passaggio pesante, in cui però la politica non svolge la funzione che le dovrebbe competere, cioé tentare di dare una visione con obiettivi di medio e lungo termine”.
”Quando parlo di classe dirigente – ha detto Patriarca – parlo non solo della politica ma anche di tutti quei soggetti, imprenditori, associazionismo. Mancano cioè soggetti che abbiano la capacità di orientare, che si assumano la responsabilità di costruire percorsi nuovi di speranza. Il cardinale Bagnasco ha parlato spesso di questo bisogno di riprendere a crescere, economicamente ma anche moralmente da un punto di vista educativo”.
Da qui l’esortazione ”alla responsabilità per il laicato cattolico”: ”Noi crediamo che questa responsabilità ce la dobbiamo assumere, altrimenti rischiamo davvero non tanto di essere irrilevanti ma di compiere un peccato di omissione verso il bene comune”.
Il comitato promotore che sta preparando il documento base dell’assemblea che si terrà dal 14 al 17 ottobre, è presieduto da mons. Arrigo Miglio, presidente della commissione della Cei per i problemi sociali e del lavoro.