ROMA – ''L'unico modo per far si' che la sconfitta alle amministrative di oggi si possa tramutare in una vittoria alle prossime elezioni politiche e' per un verso di rinnovare un rapporto di piena solidarieta' a Berlusconi – vittima da anni di un attacco mediatico-giudiziario, ieri rivendicato in modo spudorato da Carlo De Benedetti – e per altro verso dimostrare capacita' di innovazione e di iniziativa. Con la sua intervista a Repubblica Scajola ci sollecita a discutere di politica e cio e' comunque positivo. A nostro avviso, il Pdl va rinnovato, adesso con il contributo di Angelino Alfano, e non smontato''. Cosi' il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto valuta l'intervento dell'ex ministro.
''L'alleanza con la Lega – sostiene Cicchitto – va rivisitata specie per l'esistenza di problemi comuni riguardanti la politica del governo e la tenuta del blocco sociale del centrodestra. Certamente con l'Udc va riaperto il confronto avendo la consapevolezza che la ragione e il torto attraversano entrambe le parti. Anche noi certamente abbiamo commesso degli errori, ma a sua volta Casini da qualche tempo a questa parte ha anch'egli partecipato al tentativo di 'pogrom' contro Berlusconi''.
Oggi, ammette il capogruppo Pdl, ''noi del Pdl – che comunque siamo il primo partito italiano – dobbiamo affrontare seri problemi; ma anche Casini rischia di rimanere appeso al caciocavallo di crociana memoria: infatti, comunque il bipolarismo rimane in piedi, la sinistra del Pd si estremizza, Macerata e' una ridente citta' delle Marche ma il suo laboratorio politico e' lilliputziano rispetto a quelli assai piu' consistenti di Milano, di Napoli, di tante parti dell'Italia''.
''Ha ragione Scajola – conclude Cicchitto – quando afferma che noi dobbiamo superare ogni linguaggio estremista e con Berlusconi e con Angelino Alfano ritornare a posizioni moderate riformiste coerenti con la nostra adesione al Ppe, ma anche Casini non puo'assumersi la responsabilita' – con una interpretazione antiberlusconiana del terzoforzismo e del centrismo – di dar via libera alla sinistra estremizzata per opportunismo di Bersani e a quella estremista per sua convinzione originaria di Vendola di Di Pietro, di De Magistris''.
