Civit? “Baraccone” da 8 milioni l’anno voluto da Brunetta

Renato Brunetta (Lapresse)

ROMA – La Civit costa, ma non sanziona. Otto milioni di euro l’anno per una commissione che dovrebbe fare funzionare la pubblica amministrazione, ma che in realtà poteri non ha.

Voluta nel 2010 dal ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha un nome esteso: Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche.

L’elenco di chi ci lavora è lungo, come fa il Fatto quotidiano: 14 impiegati, 4 esperti (da 50 mila euro a testa), 2 consulenti tecnici ormai in scadenza (Fiorella Kostoris, 80 mila euro, e Germana Panzironi, 55 mila euro), un segretario (da 144 mila euro l’anno), 3 revisori dei conti (30 mila euro in tutto), 3 commissari (150 mila euro ciascuno) oltre al presidentissimo (da 180 mila euro) Antonio Martone.

C’è chi addirittura la vuole fare sparire, come il ministro per l’Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, che ha istituito il Comitato tecnico scientifico per il coordinamento in materia di valutazione e controllo strategico delle amministrazioni dello Stato, presieduto da Paolo Cirino Pomicino.

Per Rotondi la Civit sarebbe solo un “baraccone da 8 milioni di euro l’anno, il mio comitato ne costa solo 60 mila”. Come racconta il Fatto quotidiano nella Commissione recentemente sono stati sostituiti due membri dimissionari: “al posto della professoressa Luisa Torchia arriverà dunque la collega Romilda Rizzo, mentre il rumoroso addio del giovane Pietro Micheli ha fatto da premessa all’ingresso in quota Pd di Alessandro Natalini. Micheli, docente italiano in trasferta in Gran Bretagna e membro dell’omologo ente di controllo britannico, se n’è andato sbattendo la porta”.

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