Non solo Marrazzo, sono tanti i nomi di politici italiani che potrebbero uscire dalle bocche delle “lucciole”. Per Pia Covre, presidente del Comitato diritti civili delle prostitute «potremmo tirare fuori migliaia di nomi, potremmo dare le liste» di chi fa sesso a pagamento fra i politici, «ma non lo faremo perché ognuno è libero. Ma lo sono anche le lavoratrici del sesso per le quali vanno garantiti diritti e sicurezza, condizioni che ora non esistono».
Covre si è rivolta ai cattolici invitandoli ad «una riflessione: esistono le richieste e i bisogni di servizi sessuali». Come per il mangiare e il dormire, sono bisogni da soddisfare. Questo, per Covre, vale anche per i detenuti che non dovrebbero essere «repressi». Ecco perchè – ha ribadito – «quello del sesso è un mercato da regolamentare, senza farse e senza ipocrisie. Il lavoro sessuale è appunto un lavoro e va data la possibilità a chi vuole di farlo».
Serve però una regolamentazione, l’unico mezzo per contrastare traffici e sfruttamenti («il proibizionismo, come per la droga, è pericoloso»). Invece – ha denunciato – «negli ultimi mesi si è aperta una guerra contro chi vende il sesso» e colpisce anche i clienti: migliaia di donne e trans nell’ultimo anno sono state arrestate e schedate nelle questure, e se irregolari inviate nei Cie e poi espulse.
Impossibilitate a stare per strada, «ora per trans e prostitute c’è la persecuzione nei locali notturni e negli appartamenti. Non è accettabile costruire la paura su quella parte del mondo ritenuta pericolosa che l’altra parte del mondo cerca».
