ROMA – Alla seconda votazione non a segno è sempre più in bilico il nome di Francesco Nitto Palma, Pdl, alla presidenza della Commissione Giustizia del Senato. Casella importante per il Pdl e lo stallo in corso dimostra che l’accordo tra Pd e Pdl tanto accordo non è. Anzi. L’accordo rischia proprio di saltare, lo suggerisce lo stesso ex ministro:
”Io non dico nulla, non commento, l’accordo politico non l’avevo preso io. Quindi, su quello che è successo oggi in Commissione Giustizia del Senato deciderà il mio partito. Io – aggiunge – ho preso i voti che dovevo prendere. Anzi. Ne ho avuto anche uno in più. Non ho preso, invece, i voti dell’altro schieramento. Ma questo è nella logica del voto segreto…”.
Il partito di Berlusconi chiedeva soprattutto la presidenza delle Commissioni Giustizia e Telecomunicazioni, nodi vitali degli interessi Pdl. Due votazioni andate a vuoto: alla prima 12 sì per Nitto Palma, alla seconda 13. Ma i voti necessari sono 14. Tutto rimandato a mercoledì alle 14 con la terza votazione, Schifani uscendo dopo le due “fumate nere” avvisa: “Ognuno si prenderà le sue responsabilità”.
