Palermo al ballottaggio. Orlando non ce la fa, 2° turno vs Ferranderlli

Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo

PALERMO – Palermo va al ballottaggio: Leoluca Orlando non ce l’ha fatta a passare al primo turno e con il suo 47,7% di consensi si appresta a sfidare al secondo turno il candidato del Pd Fabrizio Ferrandelli (17,41%). Per tutti i risultati clicca qui.

L’impresa da affrontare si prospetta pantagruelica per il neo sindaco che siederà sulla poltrona di Palazzo delle Aquile a Palermo, lasciata vuota da Diego Cammarata, del Pdl, dopo dieci anni (era stato eletto al primo turno il 25 novembre 2001 con il 56,7% dei voti e riconfermato il 13 maggio 2007 con il 53,5%) e prima della scadenza del mandato. Da affrontare ci sono la crisi economica e occupazionale, i conti del Comune da risanare e un rosso da coprire per evitare il default.

Nell’agenda amministrativa, in cima alla lista, c’è poi il buco nei bilanci dell’Amia che gestisce la raccolta rifiuti e i 1800 operai della Gesip, per adesso in ferie forzare, che dovrebbero lavorare per la manutenzione del verde di Palermo e dei servizi cimiteriali per il Comune: la Regione siciliana ha dato l’ok al contributo straordianario di 10 milioni di euro la settimana scorsa. Il nuovo sindaco e i 50 consiglieri comunali hanno dovuto superare mesi di campagna elettorale fatti di lotte interne ai partiti, promesse e cambi di rotta.Per uno degli scranni a sala delle Lapidi sono scesi in campo in 1.319.

Nonostante i candidati a sindaco fossero undici, le liste civiche 28, i sondaggi avevano previsto una battaglia a tre fino all’ultima scheda per testare la tenuta degli assi Mpa-Pd (e di conseguenza i risultati dell’era Lombardo in Regione) e Pdl-Udc-Grande Sud. Da un lato i due candidati del centrosinistra: l’ex Idv Fabrizio Ferrandelli, 31 anni, sostenuto da Pd, da Sel e da Ora Palermo e Lista Vizzini, e Leoluca Orlando, 65 anni, dell’Idv con Rifondazione comunista e Verdi e Massimo Costa, 34 anni, per il centrodestra appoggiato da Pdl insieme a Udc e Grande Sud.

Proprio per questo motivo voci e indiscrezioni hanno raccontato la Sicilia come un laboratorio politico di Pdl, Udc e Grande Sud uniti e in tanti hanno subito pensato a un banco di prova di un’alleanza da estendere poi in campo nazionale.

“Non ribaltiamo su scala nazionale questioni locali”, si era premurato di chiarire il segretario del Pdl, Angelino Alfano. ”La Sicilia non costituisce nessun banco di prova per nuove alleanze di governo”, aveva precisato Gianpiero D’Alia, presidente dei senatori dell’Udc e segretario regionale.

La corsa al traguardo 6-7 maggio è stata segnata da battibecchi interni al centrosinistra dopo le contestate primarie vinte da Ferrandelli, ex capogruppo Idv, candidato voluto dalla parte del Pd vicina a Antonello Cracolici e Beppe Lumia, i dirigenti locali che premono per una maggiore collaborazione del partito con il governatore Raffaele Lombardo, ma non dalla segreteria nazionale che puntava sull’europarlamentare Rita Borsellino. A stoppare le tensioni ci ha pensato il segretario nazionale democratico Pierluigi Bersani: ”Dalle mie parti si dice: o si va a messa, o si sta a casa. Ci sono state le primarie, allora vanno rispettate”.

Leoluca Orlando, nemico numero uno di Lombardo e padre politico di Ferrandelli prima della cacciata dall’Idv, che è stato sindaco di Palermo già quattro volte (la prima nel 1985) ha invece fatto parlare di sé durante la campagna elettorale sia perché ha raccolto consensi più trasversali, visto che i due maggiori partiti si sono spaccati, ma anche perché proprio a ridosso del voto ha raccolto migliaia di followers e fan su Twitter e Facebook, suscitando qualche dubbio sui metodi di “precettazione” sul web, ma dallo staff hanno rassicurato: “Il merito? Tutto della reattività di Orlando”.

Il 13 aprile Orlando aveva 2037 fan. La settimana dopo quasi 3500 e 4.921 il 27 aprile, per poi superare 5500 il 3 maggio, secondo i dati dell’Istituto Cattaneo. Polisblog.it fa notare che tra il 3 e il 4 aprile i follower del candidato Idv siano aumentati da 577 a 2617.

Ecco gli altri nomi di chi ha corso per occupare la poltrona di primo cittadino di Palermo: Alessandro Aricò (Mpa, Fli, Mps, Api e movimenti civici, Chiama la Città); Marianna Caronia (Amo Palermo, Pid-Cantiere popolare, Dc, Udeur, partito tradizional popolare, Noi per il Sud); Tommaso Dragotto (Movimento Impresa Palermo); Gioacchino Basile (Liberiamo Palermo); Giuseppe Mauro (Adc); Marco Priulla (partito comunista dei lavoratori); Rossella Accardo (Movimento dei Forconi); Riccardo Nuti (Movimento Cinque Stelle). Inizialmente nella rosa di nomi c’era anche l’ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo, escluso all’ultimo dalla commissione elettorale.

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luiss_smorgana