La strategia del boss è stata individuata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli: la Dda partenopea sta tenendo d’occhio le elezioni amministrative nella zona del Casertano, temendo infiltrazioni della Camorra.
Dall’informativa redatta dalle forze dell’ordine che stanno portando avanti le indagini, emerge che Zagaria abbia versato circa 200 mila euro per finanziare la campagna elettorale di cinque aspiranti consiglieri. Si tratta di soldi contanti, buoni benzina, polizze Rca e persino elettrodomestici “investiti” per il voto di scambio e i candidati che ne hanno beneficiato sono bipartisan: infatti alcuni erano a sostegno di Enrico Martinelli, altri di Giacomo Caterino. I cinque sono stati poi eletti.
L’obiettivo del clan è quello di poter gestire in particolare gli appalti per l’ampliamento del cimitero: le imprese interessate ai lavori sono guarda caso quelle che fanno riferimento agli Zagaria.
La Dda ha cominciato a indagare in questa zona dopo le provinciali di Caserta, dopo che sono stati segnalati molti voti “sospetti”. Le perplessità si concentrano soprattutto sulle liste sostenute da Nicola Ferraro. Ferraro, ex consigliere regionale dell’Udeur, era il titolare della ditta Ecocampania, specializzata in raccolta di rifiuti: l’azienda è stata sospesa dal servizio dopo la revoca della certificazione antimafia.
Ferraro è considerato “uomo” del clan Schiavone. Secondo i collaboratori di giustizia, le faide tra clan sarebbero proiettate anche nel settore dei rifiuti: infatti la ditta rivale di Ecocampania è la Ecoquattro dei fratelli Orsi, che sarebbero invece legati al clan Bidognetti.