PRATO – ”L’assenza ed il sonno della politica generano mostri che ci portano alla deriva”. Il leader degli industriali Giorgio Squinzi lancia dal forum della piccola industria a Prato un forte ”richiamo alla politica a svolgere appieno il suo ruolo guida”.
Si rivolge alla prima fila della platea di imprenditori, dove ad ascoltarlo ci sono anche i politici Pierferdinando Casini, Angelino Alfano, Stefano Fassina, ospiti dell’appuntamento di Prato. Non usa mezzi termini il presidente di Confindustria denuncia ”l’impressione di un distacco crescente dai problemi e dalle preoccupazioni degli italiani”, di politici ”lontano dalla realtà”, che si comportano ”come se le condizioni del paese non fossero drammatiche, come se fosse stato smarrito il senso dell’emergenza e dell’urgenza”.
Avverte che in vista delle prossime elezioni il dibattito appare improntato ”sui nomi e non sui programmi”, su ”slogan acchiappa voti che non potranno essere punti fermi su cui costruire il futuro del Paese”. ”Perché non emerge la percezione che stiamo facendo sforzi per un obiettivo preciso, il miglioramento delle condizioni del reddito e del lavoro?. Se non si dà questa prospettiva sale lo scoramento e la sensazione di frustrazione e di impotenza, pericoloso per la democrazia stessa”.
Squinzi invoca una ”buona politica. Fondamentale per guidare il Paese”. E sottolinea: ”Abbiamo un grande rispetto della politica, ma alla politica chiediamo rispetto”. Dal leader degli industriali anche un invito a mettere da parte ”antagonismi, contrapposizioni”: è necessario ”assumerci importanti responsabilità”, ”tutti dobbiamo rimboccarci le maniche per rimettere in moto l’economia”; richiamo che rivolge a chi ”si candida a guidare il Paese puntando a vincere le elezioni” ma anche a chi ”rappresenta i lavoratori”, mentre è nel vivo il confronto tra parti sociali per chiudere un accordo sulla produttività in tempi stretti, come sollecitato dal governo.
. Da Squinzi un intervento incentrato su una strigliata alla politica dopo aver ricordato il quadro da inizio crisi: il 7% di Pil perso dal 2007, ”peggio di noi hanno fatto solo Irlanda e Grecia”; mentre ”l’utilizzo del lavoro si è abbassato di un milione e 300mila unità’ considerando anche cig e riduzione di orari. ”Più di mezzo milione di persone ha perso il lavoro”; ”Migliaia di imprese hanno chiuso”, ”altre resistono”. E ”non è finita”. ”La strada maestra sono le riforme”, ribadisce. Mentre riconosce che ”senza il governo Monti oggi l’Italia e l’Europa sarebbero in condizioni di gran lunga peggiori”.
Dal sostegno allo sviluppo alla pressione fiscale da ridurre, per Squinzi ”abbiamo bisogno di una classe politica che sia vera classe dirigente, che rimedi ai risultati disastrosi delle mancate scelte, delle scelte sbagliate, delle riforme parziali, delle riforme promesse e mai attuate”. Di attualità il riferimento alla riforma del titolo V della Costituzione: ”Il federalismo pasticcione e irresponsabile deve essere abbandonato”.