ROMA – “Conosci Faruk?”, “Conosci Eva?”: le strade di Roma sono tappezzate, spesso abusivamente, da manifesti con un volto, la domanda e un generico riferimento a guardare su Facebook. E’ servita una polemica e una generale richiesta di delucidazioni per capire che dietro gli enigmatici manifesti ci fosse il Pd, il più grande partito della sinistra, alle prese con una campagna per il tesseramento. Peccato che nessuno l’abbia capita. In teoria, secondo i voti dei creativi del partito, doveva evidenziare la militanza di persone reali usando la tecnica detta “teaser”, cioè creando i presupposti per un anticipo di interesse e curiosità per la campagna vera e propria.
L’abboccamento, stando così le cose, non è riuscito. L’invito ad andare su Facebook e cliccare “mi piace” sui volti segnalati è stato snobbato. 80 adesioni sono veramente poche, al cospetto della grande partecipazione ai forum di protesta per “Conosci i miei”. Alla fine, la scelta di puntare su un messaggio giovanilista e puntato sul successo dei social network si è rivelata un boomerang. Attesa e e anticipo sono stati risucchiati dal sospetto, purtroppo confermato, che dietro l’incomprensibile messaggio ci fosse proprio il grande partito.
Qualcosa si era capito dal fatto che “Conosci Faruk?” compariva sul profilo Facebook del segretario Bersani. Ma a scatenate la protesta sono state le velenose quanto accurate critiche sui blog degli iscritti, quelli veri, non virtuali. In particolare su quello di Cristiano Alicata, che oltre al merito di aver risolto il mistero offre qualche considerazione sull’etica dell’informazione nel Pd. Ambiguità del testo (Faruk, parliamo di immigrati?), incompletezza dell’informazione (dove cliccare, quando, chi?), inutilità. Per Licata si tratta di un ossimoro di campagna pubblicitaria. Ne faccia di meno e facia più politica è il senso del discorso. Soprattutto se i manifesti servono ad imbrattare illecitamente la città.
