
Conte: agli ucraini armi di latta. Orsini Italia-Nato: io speriamo che me la squaglio
Farebbero prima e meglio a dirla in poche chiare parole: non mandiamo armi agli ucraini che poi i russi se la pigliano anche con noi. E invece rivestono questo semplice e in fondo genuino sentire di letteralmente garbugli pacifici che pacifici non sono e strategici che strategici non sono. Gli urge in gola e gli batte in petto il noi chiamiamoci fuori ma sentono il bisogno di vestirlo con verbali e verbosi panni che vogliono essere sottilmente astuti ma risultano di ipocrisia di lana grossa. Al limite e oltre il grottesco.
Il perimetro di Conte
Ecco Giuseppe Conte: “M5S si oppone all’invio di aiuti militari all’Ucraina che non siano difensivi e che consentano di esercitare il diritto alla difesa fuori dal perimetro…si oppone M5S all’invio di aiuti militari che consentano controffensiva…”. A prendere alla lettera e sul serio le indicazioni, le specifiche e le limitazioni di Conte agli ucraini M5S è d’accordo nell’inviare armi di latta e munizioni a salve. Ridicolo (ma è un ridicolo di un qualche successo) la distinzione tra armi difensive e offensive, un carro armato è buono quando spara da fermo (difende) e cattivo quando spara in movimento (attacca)? Urticante nella sua capziosità è il divieto agli ucraini di contrattaccare. Arrogante e furbetto è il ruolo che ci si auto assegna: chi è mai Conte per stabilire “perimetri” entro i quali l’esercito e il governo ucraini possono operare? Evidente anche se involontaria la cessione alle azioni di invasione: niente controffensiva vuol dire che quel che di Ucraini i russi si sono presi a Conte sta bene se lo tengano.
Nato, l’art. 5 alla rovescia
Professor Orsini è bravo, tocca arrendersi alla sua bravura nel fare spettacolo. Verrebbe sana voglia di non citarlo, in fondo è solo l’ospite d’onore di un talk tv e neanche dei più colti e dei più consapevoli di sé (il talk, non il prof). Ma lui, il prof non il talk, è bravo: si inventa la gag dei bambini che vivono felici anche sotto le dittature…Ora ne ha inventata una anche migliore, come si fa a non citarlo. Prof Orsini ha finalmente offerto all’Italia una linea strategica, una bussola geopolitica che mancava alla nazione. Eccola: in caso di attacco ad un paese della Nato l’Italia deve…uscire dalla Nato.
L’art. 5 del patto fondativo della Nato dice che se un paese membro dell’alleanza viene militarmente aggredito tutti gli altri paesi dell’alleanza sono tenuti a combattere a fianco dell’aggredito. L’acuta creatività del prof Orsini ha scovato l’uovo di Colombo: l’art 5 alla rovescia. E cioè, parola di Orsini, se un paese della Nato, un paese alleato dell’Italia viene militarmente aggredito che farà , che deve fare l’Italia? Aiutare l’alleato? No, uscire dall’alleanza. Con grande creatività il prof Orsini rinverdisce dunque lo slogan antico del fuori l’Italia dalla Nato e lo fa diventare un scappa l’Italia dalla Nato. Con l’ulteriore vantaggio di ricollegare l’opzione strategica dello scappa se sparano ad antiche tradizioni di fedeltà italiane alle alleanze internazionali. E di dare finalmente all’Italia a modo suo (e dei Conte, dei Bersani, dei Landini…) un brand, una bandiera, una dimensione etica e strategica al tempo stesso e il tutto in sole cinque parole: io speriamo che me la squaglio.