Il ministro degli Interni, Maroni ha annunciato alla Camera che “qualcosa” il governo farà. Qualcosa per impedire che sul web compaia e viaggi l’esaltazione e l’istigazione alla violenza politica. “Cosa” di preciso il governo farà per controllare ed eventualmente “spegnere” la Rete, Maroni non lo ha detto. Perché, se la voglia di fare è tanta, pochissimo è lo spazio percorribile senza far danno. Chi e come decide cosa sul web è “esaltazione della violenza” e cosa è libera opinione? Con quali tempi chi sarà chiamato a decidere in effetti deciderà? Quali le possibilità tecniche di oscurare i siti “colpevoli” in tempo reale? E basta una frase per essere “colpevoli” o ci vuole una persistente identità “violenta” di un sito? Maroni parla di “misure urgenti”, le porterà giovedì 17 dicembre in Consiglio dei ministri per tentare di ricavarne un decreto. Ma lo sa anche lui e lo ammette che si rischia di toccare sia la privacy che, soprattutto la libertà di espressione.
Casini, leader dell’Udc, fa, dall’opposizione, sapere al governo che intervenire sul web “sarebbe sbagliatissimo”. E porta l’esempio degli Usa dove in Rete viaggiano attacchi violentissimi ad Obama ma nessuno si sogna di oscurare pezzi di Rete. Dall’opposizione pongono anche un’altra, sensata e concreta, domanda al governo: e i siti di propaganda anti ebraica, neo nazista, anti immigrati, anti gay? Sono tanti, almeno altrettanti di quelli anti Berlusconi. Che si farà? Si oscurano anche quelli o questa violenza è più “legittima”?
La stessa domanda che pone Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera: “Non puoi combattere l’odio se non lo combatti tutto: c’è chi impunemente scrive in Rete di olocausto comunista perpetrato dalla mafia razzista ebraica responsabile dello sterminio di 300 milioni di on ebrei, di fottuti schifosi puzzoni stramaledetti sporchi negri mangiabanane, di maledetti zingari immigrati razza inutile da torturare, di soluzione napalm, altro che rimpatri…”. Stella scrive di “lato oscuro della rete”, un “luogo dove parlano tutti” ma parla soprattutto “il linguaggio della violenza, della sopraffazione”. Come altri studiosi e osservatori della società e delle comunicazioni di massa, Stella ipotizza e constata ci sia un limite congenito alla comunicazione via web: quello dei simili che parlano solo con se stessi. Da questo limite discende appunto il “lato oscuro”. Qualcosa contro cui Stella non vuole nuove leggi speciali ma vuole l’applicazione di quelle esistenti che puniscono l’apologia di reato e l’istigazione a delinquere perché, conclude: “Più libertà d’odio non è più democrazia”.
Su “La Stampa” Michele Ainis segue altro percorso logico: “La Rete ha bisogno di una camicia di forza, di una museruola? Calma e gesso, per favore…Ecco la soglia tra il lecito e l’illecito: quando la parola si fa azione, quando l’idea diventa evento…L’antidoto agli abusi in Rete già viaggia sulla Rete, basta un clic”. Insomma Ainis invita a non sfornare leggi come fossero biscotti, men che mai leggi speciali per afferrare, con inevitabili errori e ingiustizie: “Lo spazio pubblico più grande mai sperimentato dall’umanità”.
Sui giornali si leggono dunque ottime ragioni per intervenire e ottime ragioni per non farlo. Ma Maroni ha fretta e con lui la maggioranza: devono dimostrare che sono al lavoro per proteggere Berlusconi. E quindi sforneranno una legge che vieta le “contestazioni di piazza” ai comizi altrui. Non serve una legge: chi insulta o peggio fisicamente attacca è già abbondantemente passibile di reato. Una legge contro la “contestazione” farà gran fatica a non essere una legge contro la libertà e il diritto di circolazione e manifestazione del proprio pensiero. E una legge contro le opinioni violente sul web, l’altra che stanno preparando, sarà una legge di difficile applicazione e che rasenterà anch’essa lo sconfinamento verso la limitazione della libertà d’opinione: sarà, ad esempio un funzionario di polizia a “leggere e oscurare” in tempo reale? La violenza che indubbiamente viaggia e si accampa sul web può essere colpita e punita, le leggi già ci sono.
Ma Maroni, il governo, la maggioranza sembrano aver bisogno grande e voglia matta di un paio di “leggi-immagine” fatte a somiglianza di uno di quei molossi da difesa addestrati ad attaccare: in realtà ti proteggono poco e niente dai ladri veri ma spesso mordono e feriscono i passanti e i vicini di casa.