Il contributo lascia in pace gli evasori: pagano in 34mila ma i ricchi sono 600mila

Giulio Tremonti (Foto Lapresse)

ROMA – Chi paga la supertassa, quel contributo del 3% sopra i 300mila euro, in un Paese di evasori? Pochi, molti meno di quelli che dovrebbero e per scoprirlo basta mettere a confronto alcuni semplici dati. La tassa decisa dalla manovra, nella sua ultima versione approvata in Senato mercoledì sera, colpisce del 3% i redditi di chi dichiara al Fisco più di 300mila euro. E quanti sono costoro? Sono 34 mila persone che diligentemente nella dichiarazione inseriscono tutte le voci necessarie, mettono per iscritto quanto dovuto. E non solo per uno spiccato senso del dovere, ma perché non possono fare altrimenti. Oltre il 60% di questi ricchi infatti, è un lavoratore dipendente con prelievo mensile in busta paga. Il contributo si applica sul reddito, e i redditi degli italiani dicono questo: sono 34mila le persone che vantano entrate sopra i 300mila euro.

Certo è ben diverso il discorso quando dai redditi ci spostiamo al patrimonio. Altra domanda: quanti sono in Italia coloro che posseggono un patrimonio finanziario (esclusi quindi i beni immobili) superiore a 500mila euro? La risposta la dà l’associazione italiana private banking: sono 600mila persone. Sono quelli che hanno Ferrari, yacht, che investono in azioni. E spesso, altro dato dell’associazione già citata, sono nullatenenti. Altro numero: il 64 per cento delle persone che hanno comprato uno yacht è un nullatenente, oppure è un prestanome ultraottantenne, o ancora si tratta di società di comodo.

E quanto bislacco sia il mondo del Fisco italiano lo dimostra un’altra serie di dati. Dichiarazioni dei redditi anno 2008. Lo sapete che un macellaio in Italia dichiara più di un gioielliere? 16mila euro annui contro 14mila. E ancora: che un giornalaio sta messo meglio di un ristoratore? 18mila euro contro 14,5. Freddi numeri ma che molto spiegano.

Conto finale: la supertassa colpirà 34mila persone mentre in realtà i patrimoni oltre il mezzo milione appartengono a 600mila persone. Quindi il contributo è a carico solo del 5% dei ricchi grosso modo. Questo club dei 600mila in sintesi è composto ragionevolmente in buona parte da persone che evadono ed eludono il Fisco e che continueranno a farlo senza neanche dare il loro personale contributo alla manovra, e quindi al risanamento della nostra economia. Di fronte alla necessità di un prelievo nelle tasche degli italiani il governo Berlusconi aveva due scelte: fare una patrimoniale (l’ultima risale al 1992) che va a “pescare” sul patrimonio e quindi su quanto hai in cassaforte tra reddito, yacht, soldi investiti, macchine eccetera. Ma questa opzione avrebbe scontentato parecchie persone, soprattutto nel bacino elettorale del centrodestra. Oppure fare il contributo sul reddito, che tocca sì i redditi di persone benestanti, ma solo i benestanti che dichiarano redditi verosimili, mentre i nullatenenti in Maserati continueranno a vivere indisturbati.

Morale della storia: per non scontentare i ricchi-nullatenenti il governo ha messo in piedi questo contributo che porterà nelle casse dello Stato, dati alla mano, 144 milioni. Una goccia nel mare di un risanamento che è ancora tutto in salita.

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Elisa D'Alto