Riduzione dei costi della politica, reintroduzione dell’Ici sulle case di lusso, aumento al 12,5% delle tasse sui capitali rimpatriati con lo scudo fiscale, lotta senza quartiere all’evasione. Sono alcune delle misure della ‘contro-manovra’ che l’Italia dei Valori presenterà in Parlamento e alle parti sociali in alternativa al provvedimento economico varato dal Consiglio dei ministri. Si tratta di un testo ampio e “di sostanza”, basato su risanamento, equità e crescita.
Una sorta di manovra “ombra” da 65 miliardi in due anni che – spiega il leader Idv Antonio Di Pietro – vuole rivoltare la manovra come un calzino”. Si tratta, infatti, di un testo perfettamente in linea con la polemica portata avanti finora dal partito sulla manovra appena varata, che – dicono – “toglie alle persone oneste per dare ai disonesti”. L’Italia dei Valori propone “che a pagare siano gli speculatori, i disonesti”.
L’iniziativa, presentata in una conferenza stampa alla Camera alla quale hanno partecipato il responsabile Economico del partito, Antonio Borghesi, il capogruppo al Senato, Felice Belisario e il portavoce Idv, Andrea Orlando, prevede inoltre l’innalzamento al 20% della tassazione sulle plusvalenze finanziarie e soprattutto include una serie di interventi di riduzione dei costi della politica: dalla cancellazione dei vitalizi per parlamentari e consiglieri regionali al blocco delle auto blu.
Una parte degli interventi è riservata poi a incentivare la crescita. Dei 65 miliardi in 2 anni complessivi, 40 sono per il 2011 e 25 dal 2012 in poi. Il ‘filone’ del risanamento pesa 33 miliardi e mezzo di cui 24 quest’anno e 9,4 dal 2012.
Dalla lotta all’evasione fiscale si punta a ottenere 27,8 miliardi in due anni con quattro interventi: addizionale aggiuntiva (del 7,5%) sui capitali regolarizzati con lo scudo fiscale; ripristino di una serie di norme del governo Prodi; nuovo redditometro ma con riscossione immediata; aumento al 20% delle aliquote sulle plusvalenze speculative; reintroduzione dell’Ici sulle case di lusso e asta sulle frequenze libere del digitale terrestre.
Altri 24,7 miliardi arriverebbero dal taglio dei costi della politica con la soppressione delle province, la cancellazione dei vitalizi di parlamentari e consiglieri e il blocco immediato delle auto blu.
Risparmi per 13 miliardi con tagli ai consumi intermedi delle p.a.; soppressioni di enti inutili e del ponte sullo stretto di Messina, riduzione delle spese militari (nell’ottica di un esercito ‘europeo’) e dei trasferimenti alle imprese. Tra le proposte c’é anche la cancellazione del Cnel.
I ricavi andrebbero per 16 miliardi alle famiglie in aumento detrazioni, alleggerimento dell’Irpef per redditi medio bassi e ammortizzatori (anche per i lavoratori atipici) e per altri 16 alle piccole e medie imprese in forma di riduzione del costo del lavoro nell’imponibile Irap e pagamento dell’Iva nel momento in cui viene incassata.