Copasir, D’Alema favorito per il dopo Rutelli. In alternativa Veltroni

Francesco Rutelli

Francesco Rutelli ha lasciato la presidenza del Copasir (il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti) e adesso il favorito a ricoprire questo incarico è Massimo D’Alema. L’elezione del nuovo presidente avverrà nella prossima seduta del Comitato, in programma a gennaio.

Rutelli ha trasmesso venerdì scorso la sua lettera di «dimissioni irrevocabili» agli altri membri del Copasir, sottolineando che la decisione «non è un atto dovuto», anzi, «si tratta di un caso unico di dimissioni per autonoma scelta politica dalla presidenza di una commissione parlamentare».

Una decisione maturata in seguito al suo abbandono del Pd per fondare l’Alleanza per l’Italia (Api), «perché il Copasir possa proseguire il suo operato con linearità, senza incontrare alcun ostacolo di carattere politico».

Il presidente riferisce di aver informato del suo atto i presidenti dei gruppi del Partito Democratico al Senato e alla Camera, Anna Finocchiaro e Dario Franceschini, «perchè promuovano le intese per la proposta del nuovo presidente, che deve essere eletto dai 10 membri del Copasir a scrutinio segreto».

La decisione di Rutelli è apprezzata dal segretario dell’Udc, Lorenza Cesa, che la definisce «di grande serietà e responsabilità». Anche il leader dei Radicali, Marco Pannella, apprezza la scelta di Rutelli ma sulla successione, e l’ipotesi D’Alema, sostiene: «Mi pare che Berlusconi non abbia perso il vizio se, dopo averlo candidato alla massima responsabilità internazionale dell’Europa, oggi candida D’Alema a controllore parlamentare dei servizi segreti del nostro paese, un ruolo in cui D’Alema, se vuole, può condizionare pesantemente anche i capi dei servizi stessi».

La legge prevede che la poltrona di presidente dell’organismo parlamentare con il compito di vigilare sui servizi segreti spetti all’opposizione. E il Pd, trattandosi dell’incarico di maggior prestigio tra quelli assegnati alla minoranza, ha reclamato la presidenza.

La candidatura di D’Alema – fresco di mancata nomina a Mister Pesc, cioè di Alto rappresentante per la politica estera Ue – sarebbe emersa negli ultimi giorni, incontrando il favore della maggioranza e di Gianni Letta, il sottosegretario che ha la delega all’intelligence. In alternativa sta circolando nelle ultime ore anche il nome di Walter Veltroni.

Perché sia eletto, D’Alema deve però entrare a far parte del Comitato (composto da dieci parlamentari, cinque di maggioranza e cinque di opposizione). E visto che Rutelli lascia la presidenza ma non il Comitato, a fargli spazio sarà uno dei due deputati del Pd, Emanuele Fiano o Ettore Rosato: probabilmente sarà il primo a lasciare.

Attestati di stima per la presidenza Rutelli sono arrivati da Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliarello (Pdl), entrambi membri del Comitato: «Francesco Rutelli – affermano – ha garantito una gestione equilibrata di uno degli organi più delicati per l’equilibrio delle istituzioni».

Quanto al nome di D’Alema, per Giuseppe Caforio (Idv) «la partita non è ancora chiusa, anche perchè in questo caso resta da vedere chi del Pd uscirà dal Comitato».

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Alberto Francavilla