ROMA – La manovra non è ancora legge (atteso per il 14 settembre il sì definitivo della Camera) ma già nella maggioranza è aperto il dibattito sul dopo. I temi dominanti rimangono quelli dello sviluppo e del debito e spicca, tra le altre proposte, quella del vicepresidente Pdl alla Camera Massimo Corsaro che parla della necessità di una manovra da 400 miliardi di euro per portare il debito al 90% del Pil.
Un’operazione straordinaria (secondo Corsaro) per la quale servirebbe ”un patto bipartisan” per costituire un fondo con vendite di immobili pubblici, patrimoniale, ma anche condono e riforma delle pensioni.
Per lo sviluppo, intanto, si pensa a un nuovo decreto legge da approvare in tempi rapidi. L’obiettivo e’ quello di dare impulso alla crescita, ancora troppo debole, ma anche mettere in campo nuove drastiche misure per abbattere il debito-monstre, da oltre 1.900 miliardi di euro, ed essere meno attaccabili dai mercati. Allora rispuntano tutte le questioni lasciate aperte con la manovra, dalle dismissioni alle pensioni di anzianità, dai costi della politica a nuove misure fiscali. Ma sale il pressing anche per modificare l’articolo 8 della manovra, quello che dà la possibilità ai contratti aziendali di derogare a leggi e contratti nazionali, anche su una materia delicatissima come il licenziamento.
Il ministro per lo Sviluppo Economico Paolo Romani ha annunciato: ”Nei prossimi giorni apriremo i tavoli con le parti sociali per assumere al più presto nuovi provvedimenti per lo sviluppo su fronti fondamentali come le grandi rete energetiche e di nuova generazione per le tlc, semplificazione e revisione degli strumenti finanziari per le imprese, nuovi strumenti come il contratto di sviluppi per favorire investimenti e occupazione soprattutto nel Mezzogiorno”.
Che gia’ si pensi al dopo-manovra lo ha confermato anche il sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti, sottolineando che restano aperte ”due grandi questioni”, crescita e debito. ”E’ evidente – ha detto il rappresentante del Tesoro parlando in Aula alla Camera – che siamo di fronte ad una condizione di difficolta’ da parte del nostro Paese di agganciare la ripresa. E’ un tema che e’ in agenda e che dovremo affrontare alla luce delle mutazioni dei dati che stiamo vedendo in questi ultimi giorni”. L’altra grande questione, ”e’ quella del debito pubblico, con un eventuale ulteriore intervento non modulare, legato a una progressiva riduzione dello stesso su una proiezione di lungo periodo”.
Per quanto riguarda la crescita, la ricetta allo studio punterebbe a grandi opere, semplificazioni e aiuti all’internazionalizzazione delle imprese. Poi sara’ la volta della Legge di Stabilita’, quella che una volta si chiamava Finanziaria. L’obiettivo sara’ quello di stabilizzare i conti rispetto agli impegni europei e teoricamente e’ un provvedimento ‘snello’. Ma e’ evidente che in una situazione come quella attuale la Legge di Stabilita’ sara’ il veicolo per sistemare molte questioni aperte, che l’urgenza imposta dai mercati ha impedito di affrontare nella manovra che si appresta a incassare l’ok definitivo mercoledì.