ROMA – Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il Porcellum, cosa succede adesso? Cosa ha veramente deciso la Corte Costituzionale? Quali sono le motivazioni della sentenza? Che legge elettorale abbiamo adesso? Con quale sistema andremmo a votare adesso? Se è illegittimo il sistema con cui si è votato, è illegittimo il Parlamento eletto, il presidente della Repubblica eletto da quel Parlamento, e il governo nominato da quel presidente?
LEGGI ANCHE —> La Corte Costituzionale ha bocciato il voto subito, non il Porcellum
—> Le due norme del Porcellum bocciate dalla sentenza
—> Matteo Renzi ingabbiato dalla decisione della Corte
Cerchiamo di rispondere a queste domande con gli articoli di Maurizio Belpietro (Libero), Massimo Gramellini (La Stampa) e Liana Milella (La Repubblica). E un’intervista del Fatto Quotidiano all’avvocato Gianluigi Pellegrino.
Per Belpietro è tutto illegittimo. Il Parlamento è fuorilegge:
“Il governo Letta è morto e sepolto e a tumularlo non sono stati né Berlusconi né Renzi. Mentre tutti si interrogavano sulle prossime mosse del leader di centrodestra e del futuro leader di centrosinistra, la parola fine per l’esecutivo è stata pronunciata dalla Corte costituzionale, la quale con una sentenza a sorpresa ha dichiarato incostituzionale la legge elettorale. I giudici della Consulta hanno infatti stabilito che sia il premio di maggioranza che le liste bloccate sono illegittimi. Risultato: l’attuale Parlamento è illegale e si deve tornare al più presto alle urne. Non solo: siccome la convalida dell’elezione di un gruppo di deputati eletti proprio grazie al premio di maggioranza non è ancora avvenuta nonostante siano trascorsi quasi dieci mesi dal voto, c’è il rischio che all’esecutivo manchino circa duecento onorevoli, i quali in teoria da oggi non dovrebbero non solo non poter più votare, ma nemmeno accedere al Parlamento. Insomma, un bel pasticcio, che conclude senza appello la stagione delle larghe intese e degli esperimenti istituzionali di Giorgio Napolitano”.
Così la pensa anche l’avvocato e giurista Gianluigi Pellegrino, intervistato da Wanda Marra per il Fatto Quotidiano, che addirittura dichiara che sciogliere il Parlamento “è un dovere civico, salvo non voler compiere un atto eversivo”:
“Gli effetti della sentenza della Corte costituzionale peraltro ineccepibile è quello di certificare l’illegittimità istituzionale dell’attuale Parlamento”. Gianluigi Pellegrino, giurista, non ha dubbi nel dare il suo giudizio. Avvocato, con quale motivazione è così perentorio? “Basti pensare che la giunta delle elezioni della Camera, di fronte alla quale pendono una serie di ricorsi, deve ancora convalidare le elezioni di centinaia di parlamentari. Ora non potrà più farlo, e dovrà sostituire gli eletti col premio di maggioranza con onorevoli di Cinque Stelle, Scelta Civica e Pdl”. E ora? “È un dovere civico scioglierlo, salvo non voler compiere un atto eversivo”. Ma allora non sono illegittimi anche il governo, espressione di questa maggioranza, e il Presidente della Repubblica, eletto da queste Camere? “L’illegittimità non è retroattiva e non si ripercuote sugli atti passati”. Ma da ora in avanti il Parlamento non può fare leggi?” Ha perso la legittimazione sia politica che istituzionale e l’unica cosa che può provare a fare e solo se c’è un’ampia condivisione è la nuova legge elettorale. Come peraltro chiede la Consulta. Ma la legge dev’essere fatta da tutte le forze politiche: non si può usare quel premio di maggioranza illegittimo contro le minoranze”.
A chi dà l’interpretazione dei “tutti decaduti”, “tutto illegittimo”, risponde Massimo Gramellini che – se è illegittimo il Parlamento e il presidente della Repubblica – sono illegittimi anche molti giudici della Corte Costituzionale nominati da quel Parlamento e quei presidenti:
“Per la Corte Costituzionale la legge elettorale detta Porcellum è illegittima. Dunque tutti i parlamentari nominati dai partiti con quella norma e da noi svogliatamente votati negli ultimi otto anni sono illegittimi. E così i loro atti. Illegittima la prima incoronazione di Napolitano. Pure la seconda. Illegittimi i governi Prodi, Berlusconi, Monti, Letta. Illegittimi i senatori a vita scelti dal Capo dello Stato, per cui di oltre mille parlamentari l’unico in regola sarebbe l’ex presidente Ciampi. Illegittime le riforme del lavoro e delle pensioni, le tasse sulla casa e in genere le spremiture decretate da governi illegittimi e convertite in legge da parlamenti illegittimi. Illegittimo il voto su Mubarak zio di Ruby, ma anche quello sulla decadenza di Papi. Illegittimi gli stipendi, i rimborsi, i portaborse, i panini della buvette. Illegittime le interviste dei presunti onorevoli e dei millantati senatori. Doppiamente illegittime le lauree prepagate, le solerti raccomandazioni, le appetitose lottizzazioni. Tutto ciò che è stato detto, fatto e cospirato in Parlamento negli ultimi tremila giorni è illegittimo. E poiché non vi è regolamento, codice o postilla su cui gli illegittimi in questi anni non abbiano messo becco, l’intero Paese può a buon diritto definirsi illegittimo.
Sembrerebbe l’accrocco definitivo. Se non fosse che anche la Corte Costituzionale è stata nominata in larga parte da un parlamento e da un presidente illegittimi. Ne consegue che la sua sentenza di illegittimità è da considerarsi illegittima. La patria è salva. Il Bordellum continua“.
Liana Milella articola le risposte alle domande più frequenti sul “che succede ora?” appoggiandosi ai costituzionalisti Massimo Luciani e Stefano Ceccanti:
Che succede adesso? Cade il Parlamento? Chi ne fa parte decade automaticamente? Non si può più neppure votare?
[…] Dopo i tagli dei premi di maggioranza e l’aggiunta del voto di preferenza si può tranquillamente andare a votare. Certo, non c’è più il Porcellum. C’è un proporzionale puro. Ma non c’è un vuoto né legislativo, né del sistema elettorale.
Ma giuridicamente esiste ancora una legge elettorale?
Prendiamo a prestito l’opinione del costituzionalista Massimo Luciani: «Se il dispositivo fosse esattamente quello indicato nel comunicato della Corte, avremmo un sistema elettorale perfettamente proporzionale. Però è ovvio che avrebbe bisogno di un intervento applicativo per definire le circoscrizioni, senza le quali nessuna legge elettorale può essere applicata».
Se si volesse votare domani con la legge che resta lo si potrebbe fare?
Insisto, dice sempre Luciani, «bisognerà leggere nel dettaglio il dispositivo. Tuttavia è ragionevole immaginare che resterebbe unimpianto di legge perfettamente proporzionale».
E se si votasse che Parlamento salterebbe fuori?
Si può rispondere con la preoccupazione del costituzionalista Stefano Ceccanti: «Qui si restaura il sistema della preferenza unica con un sistema proporzionale che risale agli anni ’91 e ’92. Nessuno vince le elezioni. C’è una garanzia di ingovernabilità. Si crea un sistema che tende alla “grande coalizione permanente”». […]
Non era più semplice azzerare del tutto il Porcellum per far “rivivere” in pieno il Mattarellum?
Per certo il Mattarellum non rivive per deliberata scelta dei giudici. Soprattutto perché per arrivare fin lì, la Corte avrebbe dovuto allargarsi rispetto ai due quesiti posti dalla Cassazione e avrebbe dovuto applicare il principio «dell’illegittima consequenziale». I due quesiti bocciati avrebbero dovuto trascinare nel baratro tutto il Porcellum. La Corte si è fermata sul ciglio del baratro e il Porcellum è rimasto in vita.
[…] E i 200 deputati eletti, ma non ancora convalidati alla Camera dalla giunta per le Elezioni?
Ancora Luciani: «Se il principio fosse questo, allora dovrebbero saltare non solo i 200 deputati non ancora convalidati, ma l’intero Parlamento, il che non è possibile per il principio di continuità degli organi costituzionali».
[…] Nel momento in cui salta il premio, si mette in crisi l’attuale Parlamento?
Luciani: «Politicamente sì, giuridicamente no, perché il premio è stato applicato».
E l’imposizione delle preferenze?
Vale lo stesso principio.