Il ministro della Difesa Ignazio La Russa assicura che il suo voto non sosterrĂ l’iniziativa dell’Italia dei valori contro Nicola Cosentino, perchĂ© “sarebbe – dice in un’intervista alla Stampa – un’invasione di campo eccessiva da parte della magistratura”. E sottolinea: “Io non so come la pensa Fini, ma so che Bocchino non è il suo portavoce. Non sono d’accordo con il mio amico Italo Bocchino. Io voterĂ² contro la mozione di sfiducia al sottosegretario Cosentino. Non c’Ă© neanche da discutere”.
Sul momento difficile della maggioranza, il coordinatore del Pdl prova a gettare acqua sul fuoco: “Fini non vuole far cadere il governo – assicura – e non pensa a qualcosa di diverso dal Pdl”. Poi, ragiona: “Non so cosa abbia indotto il presidente del Senato a fare una dichiarazione come questa. In questi momenti ci vogliono nervi saldi ed idee chiare. Insomma, calma e gesso”. PerchĂ©, osserva, “le elezioni sono l’ultima cosaquando non c’Ă© piĂ¹ la possibilitĂ di governare. Certo, non si possono neanche escludere, ma non si possono neanche desiderare”.
Luigi Cesaro, deputato Pdl e presidente della provincia di Napoli si sente invece “candidato alle manette”. Intervistato al Giornale denuncia la sua situazione e dice: “Il mio caso è in fotocopia a quello di Cosentino”.
Cesaro punta il dito contro la stampa, rea di aver rivelato “atti coperti dal segreto istruttorio” e contro i magistrati, che non lo hanno voluto ascoltare: “A sentire i pm ad oggi non sono nemmeno indagato. Non sono indagato e vogliono arrestarmi, bah, qualcosa non va”.
Per Cesaro le analogie tra il suo caso e quello di Cosentino sono evidenti: “La veritĂ – osserva – è che ci troviamo di fronte a un’offensiva per far fuori una classe politica nuova, fortissima, che è cresciuta insieme e che ha ottenuto successi insperabili in Campania”. E, anche in caso arrivasse alla Camera una richiesta di arresto per lui, non si farebbe indietro: “No, non mi dimetto perchĂ© sono stato votato da oltre un milione di persone”.
Cesaro respinge tutti i sospetti sollevati intorno al suo nome e alla sua famiglia e ragiona: “Qui in realtĂ ci troviamo di fronte a un attacco violentissimo a Berlusconi e a un uomo di sua stretta appartenenza che in Campania ha fatto miracoli”.
