Dieci senatori, il minimo in base ai regolamenti, grazie alle adesioni di Barbara Contini e Candido De Angelis: anche al Senato nasce il gruppo parlamentare “Futuro e Libertà per l’Italia”, composto da ‘fuoriusciti’ del Pdl fedeli a Gianfranco Fini, che sancisce anche formalmente la completa ‘divisione’ tra il presidente della Camera e Silvio Berlusconi. Era l’ultimo tassello mancante di un disegno che vede gli ex alleati su posizioni a dir poco conflittuali, malgrado le dichiarazioni non belligeranti provenienti a corrente alterna da una parte e dall’altra.
Un disegno che vede i fedelissimi del presidente della Camera arrivare a 43 parlamentari, dieci a Palazzo Madama e 33 a Montecitorio. A Palazzo Madama la formazione del gruppo finiano era incerta fino all’ultimo malgrado i contatti andati a buon fine con senatori incerti ai quali non è poi escluso che si possa unire a breve qualcun altro. Per ora la pattuglia finiana al Senato è guidata da Mario Baldassarri, presidente della commissione Finanze e spesso critico sulla politica economica del governo.
Con lui le senatrici Contini e Germontani e i senatori Saia, De Angelis, Digilio, Valditara, Pontone, Viespoli e Menardi. La nascita del gruppo viene sancita con una riunione nello studio di Baldassare a Palazzo Madama, meta di un continuo andirivieni di senatori. Tra loro anche Enrico Musso, impegnato in concitate telefonate al cellulare dal quale si è staccato solo per dire che al gruppo non aderisce. La nascita di Fli al Senato crea trambusto ma per Pierluigi Stiffoni della Lega Nord “non c’é da spaventarsi perché non faranno cadere il governo”.
A Palazzo Madama c’é anche spazio per qualche siparietto comico, come quando Baldassarri incrocia Pietro Longo, senatore del Pdl, e Dorina Bianchi dell’Udc: “presidente”, dice Longo salutando il neo capogruppo del Fli. “Non ci possiamo incrociare”, scherza la senatrice centrista. Diverso il clima alla Camera, dove Fini ha numeri molto più rassicuranti, 33 deputati per la precisione, e anche membri del governo come Andrea Ronchi, Adolfo Urso, Roberto Menia e Antonio Buonfiglio. della pattuglia fanno parte chiaramente i ‘ribelli’ Italo Bocchino, Fabio Granata e Carmelo Briguglio. Finiani anche Ruben, Ronchi, Lamorte, Bongiorno, Scalia, Lo Presti, Perina, Conte, Bellotti, Polidori, Moffa, Tremaglia, Consolo, Angeli, Sbai, Paglia, Raisi, Barbareschi, Siliquini, Della Vedova, Napoli, Proietti, Di Biagio, Santo Patarino, Cosenza, Divella e Barbaro. Martedì sera, intanto, Fini terrà a battesimo i due nuovi gruppi con una cena alla Fondazione Farefuturo per salutare i parlamentari e valutare il da farsi sul voto sulla mozione di sfiducia al sottosegretario Giacomo Caliendo.