950mila euro a testa all’anno per gli uffici dei senatori. Un conto da 81milioni in 14 anni

ROMA – Dal 1997 ad oggi ogni contribuente italiano ha pagato 950mila euro a testa per mantenere gli uffici dei senatori. Abbiamo speso quindi ben 81 milioni e 600 mila euro in quattordici anni solo per l’affitto di alcune stanze nel centro di Roma. Facendo un rapido calcolo per queste spese lo Stato ci ha tolto 67.857 euro l’anno, ovvero 5.654 al mese.

Ma come sono stati spesi questi soldi? Il Senato, secondo ‘Il Corriere della Sera’, ha speso finora circa 26 milioni mezzo per affittare 86 uffici dell’ex hotel Bologna: tre milioni in più di quello che, secondo una stima, sarebbe costato acquistare l’immobile. Altri 25,7 milioni sono stati spesi per comprare e ristrutturare un palazzetto di Largo Toniolo dove andrebbero 35 uffici. Inoltre il Senato ha speso 29,4 milioni per ristrutturare un altro palazzetto, vicino al Pantheon, affittato dall’Istituto Santa Maria in Aquiro, che dovrebbe accogliere altri 51 uffici: 26 milioni per ristrutturarlo più 3,4 milioni di affitti inutilmente pagati per 8 anni, dal 1° marzo 2003 a oggi.

Racconta ‘Il Corriere della Sera’ che l’origine di queste spese “folli” è un contratto di affitto stipulato nel 1997 tra il Senato (all’epoca presidente era Nicola Mancino) e una società dell’immobiliarista Sergio Scarpellini. Il patto stabiliva l’affitto da parte del Senato di un ex albergo romano, il Bologna, dove collocare 86 studi di altrettanti senatori. Prezzo: tre miliardi e mezzo di lire l’anno, ovvero un milione 807.599 euro più Iva e rivalutazione Istat. Cifra a cui andavano ad aggiungersi i soldi che il Senato dà a Scarpellini per i servizi “annessi” (portineria, commessi, bar): ovvero un altro milione 291.142 euro l’anno oltre l’affitto.

Nel 2001 il Senato tentò di comprarsi l’ex albergo Bologna, forte di una clausola nel contratto, ma Scarpellini fece ricorso e il Senato rinunciò all’acquisto, tornando a firmare un contratto d’affitto valido fino al 1° maggio 2013. Nel frattempo, però, il Senato acquistò altri stabili per trasferire almeno parte degli uffici all’ex Bologna. Il primo acquisto fu nel 2001 quello del palazzetto a Largo Toniolo: Palazzo Madama, scrive ‘Il Corriere’, lo comprò dalla società dell’allora senatore in carica Franco Righetti. Dopo un contenzioso con il Comune di Roma sulla destinazione d’uso dei locali, il palazzetto potè ospitare 30-35 uffici di senatori.

Ma nel frattempo, scrive ancora ‘Il Corriere’, il Senato si affittò anche dall’Isma, l’Istituto Santa Maria in Aquiro, un altro palazzetto di 3 mila metri quadrati a poca distanza dal Pantheon. Costo dell’affitto: 425 mila euro l’anno più Iva e adeguamento Istat. C’è un problema però, scrive ‘Il Corriere’: il palazzetto era così malandato che i lavori di ristrutturazione, dal 2001 ad oggi, non sono ancora finiti e solo poco tempo fa sono stati consegnati i primi 21 uffici. E quanto è costata la ristrutturazione allo Stato, ovvero a noi? Secondo ‘Il Corriere della Sera’ ben 26 milioni: quasi 9 mila euro al metro quadrato, cifra addirittura superiore, secondo le quotazioni di mercato, al valore dell’immobile.

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