ROMA – Il discorso del premier slitta di due ore e mezzo: alle 17 e 30, un soffio dopo che la Borsa di Milano chiude le contrattazioni. Non è un bell’inizio: la prima mossa dello statista all’appuntamento decisivo assomiglia a un trucco. Il “ghe pensi mi” milanese lascia il posto all’ammuina. Il diversivo è stato studiato al Consiglio dei Ministri lampo convocato la mattina. Il ministro Galan, uscendo da Palazzo Chigi, conscio della delicatezza del momento ha inteso rassicurare tutti: “Abbiamo parlato solo del Piano Sud”.
E lo spread, la crisi, il fucile puntato dalla speculazione, il discorso alla nazione su come uscire dal pantano? Almeno ci sarà stato il ministro Tremonti a garantire che la situazione è sotto controllo. Errore. Tremonti era volato in Lussemburgo per incontrare il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker, per parlare del discorso di Berlusconi e della situazione economica italiana.
Positivo il dialogo con Juncker secondo il ministro, che ha dichiarato: “abbiamo avuto una lunga e fruttuosa discussione, passando in rassegna tutti i problemi che l’Eurozona sta affrontando, continueremo le nostre riflessioni insieme”, con un laconico “I agree”, “io sono d’accordo”, alle tematiche esposte dal presidente dell’Eurogruppo.