ROMA – Mentre l’Italia cerca di rialzarsi dalla crisi, le imprese -se non sono costrette a chiudere- arrancano, alla Camera si discute di gioielli: pietre preziose per l’esattezza, gemmologia.
In ballo c’è la il “testo unificato delle proposte di legge Mazzocchi e Carlucci; Mattesini ed altri”, sulla “regolamentazione del mercato dei materiali gemmologici”.
La leghista Manuela Dal Lago, relatore, spiega che nel provvedimento “rientrano i materiali utilizzati nella produzione di gioielli, monili e oggettistica in genere”.
“Suddivisi in minerali di origine naturale, minerali sintetici, prodotti artificiali, perle naturali e via di seguito. Per la denominazione di questi materiali è vietato l’uso dei termini “semiprezioso” e “fino””. Poi il discorso si inoltra sulle pene contro i commercianti che vendono pietre false: “Il collega qui presente”, dice la Dal Lago indicando Gabriele Cimadoro il cognato di Antonio Di Pietro, “se non sbaglio le voleva maggiorate”.
“Volevo la crocefissione!”, dice lui.”Non è neanche sbagliato”, chiosa Dal Lago.
A un certo punto però Donella Mattesini, deputata Pd, si alza e dice: “Signor Presidente, in un momento di crisi come questo parlare di gemme può sembrare in qualche modo improprio. Può sembrare di volersi riferire semplicemente a una nicchia. E, quindi, a un privilegio per pochi”.
Poi però si adegua al dibattito e inizia: “Intendo ora descrivere un po’ la filiera produttiva delle gemme, che è complessa. Si parte dalla miniera per passare al trasporto nei luoghi di lavorazione…”.