Intanto, tra gli opposti schieramenti siamo in piena pretattica. Imperversa la guerra dei numeri. Secondo Lopapa, i finiani si sentono “forti di quota 85 della mozione di sfiducia”. Ma “il 317 sbandierato da Fini e Casini «non sta in piedi», sostiene il sottosegretario Daniela Santanché, che sul rafforzamento della maggioranza lavora da tempo: «La loro è una guerra psicologica, vorrebbero far credere al capo dello Stato di essere in grado, proprio con quei numeri, di dar vita a un nuovo governo. Ma l´unico progetto politico che hanno è mandare a casa Berlusconi. E falliranno»”.
Anche la cronaca di Lorenzo Fuccaro per il Corriere della Sera è centrata sulla “prova di forza” tra Berlusconi e Fini, anche se per il momento sembra piuttosto trattarsi di una guerra dei nervi e delle parole, così sintetizzate dal Corriere: per Berlusconi “è da irresponsabili adesso aprire la crisi”, cui replica Fini: “Perde i pezzi”.
Berlusconi, riferisce Fuccaro, “ostenta sicurezza, convinto di avere i numeri per superare la prova della fiducia alla Camera il 14 dicembre” e “attacca sinistra e terzo polo”.
Nella cronaca del Corriere, “il clima è di crescente mobilitazione in vista della due giorni del prossimo fine settimana”, sabato 11 e domenica 12, vigilia del voto. Parlando, ovviamente per telefono, a Napoli a un convegno di transfughi Udc, Berlusconi ha anticipato la campagna elettorale, contro “la sinistra che vuole spalancare le frontiere per fare entrare extracomunitari e clandestini, per dare loro il voto e cambiare la maggioranza dei moderati. Una sinistra che rimetterebbe l’Ici e introdurrebbe la patrimoniale per ripianare il debito pubblico e che porterebbe al 25% le imposte sui nostri risparmi”.
Intanto sui giornali, siamo in pieno clima squadristico, per fortuna solo virtuale, almeno per ora, anche se Giuseppe Giulietti usa comunque il termine di “mazzieri.