Le «primarie» passano dalla politica alla magistratura. Anche i giudici, infatti, avranno le «primarie» per eleggere i membri togati del Csm.
La proposta, avanzata dalla giunta dell’Anm, verrà discussa e messa in votazione sabato prossimo al Consiglio direttivo centrale (il «Parlamentino» dell’Associazione nazionale magistrati) che è chiamato così ad adottare un nuovo sistema di scelta dei candidati dopo anni di polemiche sullo strapotere delle correnti.
Se il Cdc darà il via libera alla proposta della giunta già per le prossime elezioni dell’organo di autogoverno della magistratura, previste per luglio del 2010, gli 8.500 magistrati italiani potranno scegliere con le primarie i colleghi che poi verranno inseriti nelle liste: «Questa proposta – ha annunciato il presidente dell’Anm, Luca Palamara – è una vera e propria rivoluzione. Noi non siamo per la demonizzazione delle correnti, tuttavia è importante che ogni magistrato, da Bolzano ad Enna, possa scegliere i propri rappresentanti per il Csm».
L’annuncio di Luca Palamara sulle primarie è arrivato al Salone della Giustizia in corso a Rimini, che è stato inaugurato dal presidente Gianfranco Fini con un discorso molto applaudito anche dai magistrati soprattutto quando ha toccato il tema dell’indipendenza e dell’autonomia del pubblico ministero «che deve rimanere nell’ordine giudiziario». Palamara ha commentato: «Le parole di Fini, e non da oggi, rappresentano un grande conforto per i magistrati. Indubbiamente, che la terza carica dello Stato ribadisca alcuni concetti è motivo di grande conforto per l’Anm».
E questo avviene «in un momento in cui il clima di aggressione verso i magistrati ha messo a repentaglio il sistema democratico. Per questo le parole di Fini sono importanti». Palamara sostiene di aver apprezzato anche il passaggio in cui il presidente Fini ha parlato della «credibilità dei magistrati» che, come i politici, non possono essere esenti dalle critiche e risentono di un clima generale di sfiducia nell’opinione pubblica. Per questo, ha aggiunto il presidente dell’Anm, la magistratura «deve essere capace di autoriformarsi». E il primo passo è quello di inaugurare un metodo trasparente per la scelta dei candidati in corsa per le lezioni del Csm.
