La mattina del 7 marzo 2009 Letta chiama Bertolaso e gli racconta che Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea, lo ha chiamato a sua volta: «Ha saputo che Dimas apre una procedura di infrazione sulla Maddalena e che la renderà pubblica mercoledì o giovedì. Mi ricordo male o tu eri amico di Dimas?».
Stavros Dimas è il commissario europeo per l’Ambiente, e che ci sia un’istruttoria europea si sa dal giugno 2008. Ora si rischia l’infrazione. Bertolaso spiega a Letta che sono due le questioni: «Una per quello che riguarda gli aspetti ambientali e l’altra per quello che riguarda la procedura di gara… La procedura di gara l’hanno poi chiusa in senso positivo nostro».
Letta chiede: «Gli vuoi fare una telefonata tu o debbo attivare l’Ambiente che evidentemente non ha saputo difenderti a dovere».
Bertolaso: «L’ambiente non ci difende mai… E poi in ambasciata purtroppo c’è ancora la gente che c’ha messo Pecoraro e che la Prestigiacomo ancora non è riuscita a togliere..».
Chiude secco Letta: «Mi dici se devo fare qualcosa…».
Sul fronte romano, l’interesse di Gianni Letta sulle opere dei Mondiali di nuoto è cosa antica. La mattina del 2 maggio 2008 Balducci informa l’ingegner Fabio De Santis che ha già avuto un primo colloquio con il sottosegretario e gli ha riferito che «si è operativi un po’ su tutto, ivi compresi i lavori per i Mondiali di Nuoto, e che si è disponibili ad effettuare delle ricalibrature in relazione a quello che Alemanno adesso vorrà».
Il neo-eletto sindaco di Roma vuole rivedere due progetti veltroniani, al Foro Italico e a Tor Vergata. Dice Balducci: «Letta mi ha detto che per queste cose vuole un interlocutore unico». De Santis: «Mi metto in ginocchio». Quindi il commissario Claudio Rinaldi, in piena ansia da palazzo di giustizia per le piscine abusive, chiede in maniera concitata «di veicolare una lettera scritta con l’avvocato» a Letta.