ROMA – ''Un governo così debole è un pericolo serio per il Paese''. Ne è convinto Massimo D'Alema che in un'intervista al Messaggero dice che le dimissioni di Berlusconi, anche dopo l'esito dei referendum ''che ha sancito – sostiene – ancor piu' nettamente dopo le amministrative una frattura tra governo e Paese'', dovrebbero essere ''un atto dovuto''.
Anche perche', spiega, ''e' tempo di decisioni importanti per il futuro dell'Italia'' e c'e' ''il pericolo che Berlusconi si arrocchi nel suo fragile potere e che la maggioranza non sia piu' in grado di governare ne' di smettere di governare''.
Il valore politico del referendum, dice D'Alema, ''e' incontestabile'' e ''l'impressione e' che si sia determinata persino una rottura sentimentale tra Berlusconi e il suo elettorato''. Idem per Bossi.
Per questo, ''se avesse la dignita' del proprio ruolo, Berlusconi avvierebbe da presidente dimissionario una verifica seria in Parlamento''.
Anche perche', secondo D'Alema, Berlusconi ''da mesi guida un governo parlamentare'' ed e' ''svanito pure il discutibile mito del governo eletto direttamente dal popolo''. Peraltro, ''la posizione del premier sul piano istituzionale'' secondo il presidente del Copasir e' ''piu' grave'' della sua ''nel 2000'' perche' ''Berlusconi per arroccarsi usa un premio di maggioranza acquisito da uno schieramento che, dopo la rottura di Fini, non esiste piu'''. La soluzione migliore, adesso, secondo l'esponente del Pd sono le elezioni anticipate. Fermo restando, prosegue, che ''se emergesse nel centrodestra quella disponibilità a cambiare la legge elettorale che finora è mancata, Bersani ha già detto che il Pd e' pronto a prendersi la sua quota di responsabilita'''. Intanto si sta ''rafforzando l'intesa tra progressisti e moderati'' anche grazie al lavoro del segretario che sta costruendo ''con tenacia e determinazione un tessuto comune tra i partiti di opposizione''.
E se si andra' al voto, ''spero che Casini scelga la strada del patto di legislatura'' perche' ''dopo Berlusconi non troveremo un paese normale e dovremo condurre una difficile opera di risanamento''. Finito quel ciclo, secondo D'Alema ''la dialettica politica prendera' le forme che liberamente si sceglieranno''. Quanto alle primarie, per D'Alema ''si faranno'' e per il Pd sara' Bersani ''il naturale candidato premier''. Ma ''l'importante e' definire prima il progetto".
