La “dama bianca” si difende. Lo fa parlando al Corriere della Sera e al Messaggero. La ventottenne romana Federica Gagliardi, al seguito di Silvio Berlusconi al vertice G20 di Toronto, non ci sta a passare per quella semplicemente bionda e carina. “Io so tre lingue”, puntualizza.
Liquida come “cattiverie” tutte le voci che l’hanno portata di colpo sulle prime pagine di molti giornali d’Italia e non solo. Sul soprannome sdrammatizza: “Oggi sono vestita anonima. Anzi, forse eviterò di vestirmi di bianco, dato che ha suscitato tutto questo bailamme. Magari inizierò a mettere anche altri colori, anche il nero”.
Ma non è stato tanto il suo abito, “casto” precisa lei, a far discutere, quanto il fatto che, così giovane, fosse già al seguito del presidente del Consiglio in un’occasione importante come quella del G20: “Ma ho i titoli necessari”, si difende.
L’opportunità è nata da un incontro mesi fa: lei era al comitato Polverini, lui in visita in una delle iniziative pre-elettorali: “Gli ho chiesto di fare un’esperienza internazionale. Ed è arrivata la telefonata”.
“Io sono un funzionario amministrativo, ho un contratto, e lo conosco anche molto bene essendo una giurista. Non mi va di continuare a dare adito a pettegolezzi. Il presidente mi ha dato una opportunità che ho colto, che mi ha dato la possibilità di conoscere e lavorare con persone di straordinaria professionalità”, dice. “Ho fatto tanta gavetta, anche in uno studio legale”.
“Oggi torno al mio lavoro, cioè responsabile della segreteria del Segretario generale della Regione Lazio. Io lavoro molto, dalla mattina fino alla sera alle 21. Sono la prima a entrare e l’ultima a uscire perché il mio ruolo lo rende necessario”, dice e aggiunge “al G8 ero in permesso non retribuito non ero sulle spalle di nessuno, questo bisogna dirlo chiaramente”.
Respinge il chiacchericcio, e quasi a voler sottolineare la sua giovinezza e ingenuità confida: “Vivo ancora con mamma e papà, mi appoggiano in tutto. Se farò politica? Per adesso mi preparo, certo mi piace. Ma chissà, non ho la palla di vetro”.