POLIGNANO A MARE (BARI) – “La cosa più bella che possa capitare a una donna innamorata è servire il proprio uomo”: l’ha detto Daniela Santanchè a Dario Vergassola, che l’ha intervistata alla presentazione del suo libro autobiografico “Sono una donna, sono la Santa” a Polignano a Mare (Bari).
L’affermazione è stat a coperta di fischi dalla platea. Ma questo non ha scoraggiato l’esponente di Forza Italia dall’esporre la propria versione sull’amore. Santanchè ha raccontato di un episodio accadutole durante la relazione (ora finita) con Alessandro Sallusti: un giorno lui l’ha chiamata durante una riunione perché aveva perso un bottone della manica della camicia. “Io credo che la cosa più bella che possa capitare a una donna innamorata è servire il proprio uomo”, ha commentato l’onorevole. E giù fischi e urla di disapprovazione dal pubblico.
Poi ha spiegato la sua idea di famiglia: “L’unica famiglia è quella composta di uomo e donna. I problemi dell’Italia sono iniziati quando le donne hanno pensato che amare il proprio uomo è superfluo”.
Del resto anche nel libro non mancano le stoccate a certe femministe:
“Non ho ricevuto un’educazione permissiva, romantica, sognante e gentile. Meno male. Il pane duro ho imparato che fa bene ai denti, anche a quelli della volontà. Da piccola, non ho dormito sotto coltri di piume d’oca come le suffragette della buona società inglese, che hanno tutta la mia stima ma che se da una parte erano perseguitate dal potere politico dall’altra, a casa, erano ricche e viziate. I miei genitori hanno fatto di tutto per comprimere la libertà della figlia femmina che avrebbero voluto nascesse maschio”.