ROMA – Berlusconi visto da Dario Fo è “l’ultimo re vichingo”: cosa che deve preoccupare soprattutto il suo entourage, il suo “cerchio magico”. Perché? Per una tradizione che riguarda i grandi capi e la loro corte:
“I capi dei Vichinghi in punto di morte imponevano alle proprie mogli e concubine di seguirli nel viaggio verso l’aldilà. È cosa documentata, tant’è che nelle loro imbarcazioni, veri capolavori di dinamica navale, sepolte nel fango dei fiordi e venute alla luce in tempi recenti, i ricercatori hanno scoperto, oltre alla salma del guerriero, i corpi mummificati delle loro femmine, mogli e concubine. Sempre nel fondo della barca sono stati rinvenuti i resti dei servi, le carcasse dei cavalli preferiti e perfino gli ossi del cosiddetto cane nocchiero. In poche parole il capo vichingo non lasciava in vita nessuno dei suoi famigli e famigliari, portava tutti con sé, e coloro che facevano resistenza o si davano alla fuga venivano ricercati, catturati e resi idonei al viaggio nelle tenebre. A che scopo sto parlandovi di questi barbari padroni dei mari del nord? Prima di tutto perché sono dei personaggi che non hanno lasciato memoria di sé solo come navigatori, guerrieri e spietati razziatori, ma per le testimonianze insolite che ci hanno trasmesso della loro civiltà e cultura. Oltretutto i Vichinghi non sono un popolo, una razza i cui appartenenti sono tutti biondi o rossi di capelli, con barbe fluenti e strutture fisiche gigantesche, come ce li raccontano nei film. Vichingo è una professione: quella, appunto, del pirata. Tant’è che nelle tombe di questi briganti sono stati ritrovati scheletri di uomini e donne di etnie diverse: di origine orientale, e perfino qualche guerriero nero. Ecco spiegato il motivo per cui della presenza di questa società a un certo punto scompare ogni testimonianza. Succede dopo l’anno Mille: come travolti da una catastrofe naturale, i Vichinghi spariscono”.
Fo vede in Berlusconi l’ultimo discendente di quella stirpe di pirati:
“A proposito, di leader di quella tempra e di quel fascino non se ne trovano più nella storia moderna. Quale condottiero può oggi fregiarsi del titolo di trascinatore unico di seguaci o sudditi? Nessuno. No, a pensarci bene uno c’è che è visto e amato da folle di estimatori fino all’estremo sacrificio, ed è Berlusconi. Detto, giustamente, il Cavaliere. Egli è circondato da frotte di fanatici, individui che campano e stanno in vita solo grazie a lui. Egli li ha scelti, donne e uomini, spesso grazie alla loro straordinaria piaggeria, dando loro amore, stipendio, regalie e titoli. Gente che ieri era nessuno e oggi, grazie alla generosità del capo vichingo, o se preferite del satrapo, è tutto. Per lui, per salvarlo dalle grinfie di giudici famelici estremisti di sinistra, hanno giurato il falso. Si sono travestiti da allocchi pur di favorirlo. E per salvarlo sono giunti oggi a formare un governo abbracciando gli ex-comunisti, e a gestire l’esecutivo accettando compromessi che lo stesso Berlusconi dichiara inaccettabili. Tutto purché il satrapo sia graziato. Ora, cosa può succedere a quei fedeli adulatori se all’istante il loro Salvatore decide o è costretto ad abbandonare e a sparire dalla vita politica e quindi dalla ribalta della storia? Chi si salva fra di loro? All’improvviso ecco che tutti, o quasi tutti quei senatori, deputati, sindaci, consiglieri, governatori, tutti coloro che grazie a lui hanno fatto collezione di cariche, di stipendi da nababbo, di macchine blu e di pensioni straordinarie, si ritrovano sotto il classico ponte dei barboni. Perdono tutto, sono ridotti al nulla”.
Ma Berlusconi ha pensato a tutto, e tra l’altro la storia del mausoleo non è frutto della fantasia di Dario Fo, ma è vera:
“Ma, fermi tutti, vuoi che un gigante della politica come il Cavaliere non abbia già previsto tutto ciò? Egli, dobbiamo ammettere, è proprio un genio. Quella tomba nel bosco tanto spaziosa Berlusconi ha fatto costruire, da anni ormai, un mausoleo nel quale farsi inumare al momento della sua fine. È un sacello monumentale in cui sono previsti un numero elevato di loculi dentro i quali possano trovare posto le salme di gran parte dei suoi seguaci che, morto lui, saranno disposti a tenergli compagnia nell’aldilà. Anzi, da una recente inchiesta si è scoperto che in questi ultimi anni Silvio l’Eterno ha allargato enormemente il numero di posti-tomba. E soprattutto si è venuti a conoscenza del fatto che nella parte centrale del mausoleo, quella sotterranea, è sistemato un enorme generatore di corrente elettrica. A che serve? Basta consultare un testo che Giuseppina Manin ha scritto a quattro mani con me, Il paese dei misteri buffi. Eccovi la parte che ci interessa: “Un motore diesel Ruggerini situato nel grande bunker sotterraneo con serbatoio di trenta litri di carburante assicura energia anche in mancanza di rete elettrica. Il tecnico che l’ha installato ci ha confidato: ‘Non ho capito perché lo volessero così potente. Una cosa spropositata senza senso. A meno che lui non voglia farsi ibernare’. Ibernare. Ecco qua la geniale soluzione del problema! Difatti, in tutta segretezza, nell’ultimo mese della costruzione, il Cavaliere ha fatto installare nel sotterraneo, nell’atrio del bunker, in un’ampia stanza, un vero e proprio complesso di alta tecnologia, attraverso il quale si può arrivare a ibernare esseri umani ancora vivi”. Meraviglioso! Esseri umani ancora vivi! Tutti uniti, tutti insieme come nella grande barca dei pirati del nord”.
Se vuoi leggere il gran finale, con Alfano, Cicchitto, Schifani, la Santanché, Sallusti, Dudù e la Pascale, Brunetta che protesta e Formigoni che viene lasciato fuori (e protesta per entrare), continua sul Fatto Quotidiano.