Il Governo battuto nell’Aula della Camera su un emendamento proposto dal Pd al disegno di legge Lavoro collegato alla Finanziaria. L’emendamento firmato da Manuela Ghizzoni è stato approvato con 222 sì e 214 no nonostante il parere contrario espresso dall’esecutivo.
L’emendamento sopprime alcune norme contenute nel decreto sul diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca. La proposta stabilisce che le risorse a disposizione delle università grazie ai pensionamenti vengano destinate ai ricercatori in ruolo e non ai contrattisti, come invece stabiliva una vecchia legge dell’allora ministro dell’istruzione Moratti. Il testo è passato grazie alle assenze nei banchi della maggioranza.
Dopo il voto relatore Silvano Moffa ha chiesto una pausa dei lavori dell’Assemblea di 15 minuti “per valutare gli effetti determinati sul testo dall’approvazione dell’emendamento”.
Per il segretario d’Aula del Pd alla Camera Erminio Quartiani «i 99 deputati assenti della maggioranza non sono un dato casuale o individuale, ma un chiaro segnale politico. Sono la dimostrazione delle sempre più profonde spaccature all’interno della maggioranza dopo la bocciatura da parte del Ragioniere dello Stato e quindi del ministro Tremonti dell’azione dei ministri Gelmini e Brunetta».
«La maggioranza e il Governo – aggiunge Quartiani- avrebbero fatto meglio ad accogliere la nostra proposta di rinviare il provvedimento in commissione per un maggiore approfondimento e per recepire le istanze di tutti gli operatori dei settori interessati. In ogni caso, il dato di oggi è che il Governo è ‘andato sotto’ solo ed esclusivamente per ragioni politiche».
