De Magistris:fontanelle di acqua frizzante, divieto di volantino e di piatti usa e getta

NAPOLI – Dai cumuli di spazzatura che ostruiscono la via alla raccolta differenziata porta a porta. Dal tanfo della monnezza che si cuoce al sole alle fontanelle che dispensano acqua frizzante e fresca. Dall’inceneritore agli impianti di compostaggio e riciclo. Non è un sogno ma la via indicata dal neo sindaco di Napoli Luigi De Magistris. La prima delibera della neonata giunta comunale napoletana non poteva che riguardare il dramma monnezza. E il programma presentato, a firma del vicesindaco Sodano, non mira solo a gestire e contenere l’emergenza che si è fatta ormai norma e regola. Ma punta, persino verrebbe da dire, a trasformare Napoli in un modello per l’Italia e non solo nella gestione dei rifiuti urbani.

Presentata giovedì 16 giugno, la delibera concede novanta giorni per estendere il sistema di raccolta porta a porta dei rifiuti dai 146mila abitanti attualmente serviti sino a quota 325mila abitanti. E novanta giorni per approntare il piano di raccolta che dovrà coprire tutta la città di Napoli. Punta poi sul potenziamento della raccolta differenziata dalle utenze non domestiche e chiede la definizione di un Piano operativo per la Prevenzione e Riduzione dei Rifiuti. Dando però già il via ai primi interventi per la prevenzione e riduzione dei rifiuti, tra cui il divieto per le mense scolastiche di utilizzare stoviglie in plastica usa e getta, il divieto di pubblicità postale non indirizzata (cioè i volantini), l’obbligo di vendita dei prodotti ortofrutticoli defoliati, l’incentivazione alla vendita di prodotti sfusi o alla spina, il coinvolgimento della grande distribuzione organizzata nel recupero di prodotti freschi invenduti prossimi alla data di scadenza e, dulcis in fundo, “nell’ambito di un più ampio incentivo per l’uso e la valorizzazione dell’acqua pubblica anche al fine di ridurre i rifiuti da bottiglie di plastica, dare mandato all’Arin di presentare progetto per almeno 10 beverini-fontane di acqua, refrigerata e addizionata di anidride carbonica”. Tutti provvedimenti che dovranno partire in tempo brevissimo, sessanta giorni per studiarne la fattibilità pratica e poi via, già da settembre calendario alla mano.

E poi sviluppare l’impiantistica a servizio della raccolta differenziata e bloccare la realizzazione dell’inceneritore, puntando sugli impianti di compostaggio che dovranno essere tre: “il primo già attivo a Caivano, per 35mila tonnellate di organico all’anno e gli altri due realizzati con risorse del comune o attraverso partecipazione pubblico/privato” spiega il vicesindaco.

Una delibera necessaria e un problema assolutamente improcrastinabile per la giunta partenopea costretta anche ad incassare un ennesimo nulla di fatto da parte del Governo che ha deciso di non decidere sull’autorizzazione al trasferimento dei rifiuti solidi fuori dalla Campania da una parte. “Mi auguro che non ci siano ragioni politiche” dietro questa decisione ha commentato Caldoro, sapendo però che la ragioni ci sono e si chiamano Lega. E dall’altra vede a rischio i quasi 150milioni di fondi europei che potrebbero venir congelati qualora la Commissione Europea decidesse di avviare una procedura d’infrazione vista la situazione che non migliora.

Entro l’autunno gli abitanti del Vomero, di Posillipo, di Barra, di Ponticelli e Scampia dovrebbero essere raggiunti dalla differenziata porta a porta andando ad aggiungersi a quelli dei Colli Aminei, di Bagnoli centro, di parte di Ponticelli, di Chiaiano, del Rione Alto, di San Giovanni a Teduccio e del Centro direzionale, e dovrebbero persino trovare le fontanelle con l’acqua fresca e frizzante e la frutta e verdura vendute senza foglie per creare meno rifiuti. Ai napoletani, almeno per ora, basterebbe sgombrare le strade dai cumuli di monnezza, ma si scoprirà presto se De Magistris riuscirà la dove sinora tutti hanno fallito.

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Emiliano Condò