De Magistris, a Manchester per il Napoli: orgoglio o demagogia?

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NAPOLI – “…Masaniello è tornato” cantava Pino Daniele, “Masaniello ha gettato la maschera” gli fa eco un quarto di secolo dopo chi De Magistris sindaco non lo ha ancora digerito. Sì perché lo “scassaNapoli” trionfatore alle elezioni sull’onda di un entusiasmo che ha travolto un Pdl sicuro di vincere e ha tramortito un Pd impresentabile e autolesionista, si è infilato ieri sera sull’aereo del Napoli calcio e oggi sarà il primo tifoso in tribuna all’esordio in Champions League con il Manchester City. Orgoglio cittadino o bassa demagogia, sano contributo alla causa pallonara o volgare mezzuccio degno di un Achille Lauro in sedicesimo?

La questione è aperta, il “bello guaglione” (secondo la Mussolini) suscita sentimenti sanguigni e per questo opposti. E’ uno che ama i bagni di folla. Gli piace da matti, ricambiato, la telecamera. Non disdegna l’annuncio roboante, alla Berlusconi per intenderci, per cui “Napoli sarà ripulita dalla monnezza” in … una settimana, un giorno, solamente un’ora, per restare alle canzonette. Il bello è, sempre come un Berlusconi versione Bruxelles, che il sindaco oggi e domani ha reso noto che sarà impegnato in una serie di non meglio precisati “incontri istituzionali” che si svolgeranno in diverse città dell’Inghilterra. Alle 20 e 45 però, sarà allo stadio City of Manchester, accanto al Presidente De Laurentis e al vice sindaco Tommaso Sodano. Manca solo il Cardinale Sepe, che pure ci andrebbe di corsa, ma lui ha superiori più seri.

L’opposizione schiuma di rabbia. E di invidia, perché vuoi mettere una gita a Manchester a tifare Lavezzi dalla tribuna autorità. Comunque il Pdl La Boccetta circostanzia accuse precise, che se fossero state pronunciate solo qualche mese fa, avremmo attribuito al buio a qualche esponente del campo avverso. “La notizia che il dott. De Magistris abbia fatto annullare due importantissime sedute di consiglio comunale in cui si sarebbe dovuto discutere di emergenza rifiuti, Coppa America e forum delle cultura, perchè voleva andare a Manchester a vedere la partita del Napoli, è di una gravità inaudita”. Grave, forse, dipende dai punti di vista. Inaudita proprio no. Esistono esempi di luminosa bellezza, dal Pertini del “non ci prendono più” al Mundial spagnolo, in giù. Ci sono anche esempi meno fulgidi, anche recenti, come un ministro della Difesa che prende l’aereo dell’esercito per vedere l’Inter.

Ma queste son marachelle, al tifo non si comanda, in doppiopetto o a petto nudo, il cuore dell’ultrà batte allo stesso modo. Più intrigante, almeno sociologicamente, se non da un punto di vista meramente politico, la strumentalizzazione a fini di consenso del football. E qui si aprirebbe un vaso di Pandora. Di Berlusconi presidente del Consiglio con in bacheca le coppe Campioni, per rimanere in tema,  ne sappiamo a uffa. E’ un nodo che non abbiamo mai saputo sciogliere, ce lo teniamo. Che un sindaco progressista scelga lo stadio per mostrare la vicinanza, la sintonia agli umori popolari di una città, non è uno scandalo in sé. Però salire sul charter della squadra, andare in trasferta con la sciarpa azzurra, non è forse vellicare la pancia degli elettori, un altro modo di sostenere panem et circenses, di imbonire il cittadino? Senza contare il fattore fortuna: se il Napoli vince onore e merito al sindaco, se perde, i napoletani non se ne dimenticheranno. Il deputato pdl Amedeo Laboccetta parlava, un po’ confusamente, di maschere gettate: sotto quella di Masaniello, quella di Pulcinella. Laboccetta esagera, o due maschere sono un po’ troppe anche per un sindaco da Champions League?

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Warsamé Dini Casali