Intervenendo alla presentazione del libro di Michele Prospero, “Il comico della politica”, Massimo D’Alema ha definito alcuni imprenditori di sinistra “dei berluschini, anzi, dei Berlusconi di seie B”. Il Corriere della Sera ha inteso la battuta come una replica a distanza a Carlo De Benedetti, peraltro mai nominato direttamente dall’ex presidente del Consiglio, che lo aveva attaccato in precedenza. L’editore del gruppo L’Espresso aveva ha definito D’Alema un “politico di professione che ha ammazzato il Pd”, concetto espresso nel libro intervista di Paolo Guzzanti.
Per D’Alema Berlusconi non avrebbe inventato nulla: “La vittoria politica di Berlusconi non si spiega se non si parla della sua vittoria culturale: lui è figlio della storia del nostro Paese, di una certa borghesia, e le sue idee dominanti anche nella cultura della sinistra: l’esaltazione acritica della società, il disprezzo della politica”. In Francia, sempre secondo D’Alema, nessuno si sognerebbe di attaccare Sarkozy perché nella vita ha sempre fatto politica.