ROMA – Il governo Letta torna a chiedere la fiducia: dopo il decreto Imu-Bankitalia lo fa sul cosiddetto “svuota carceri”. E immediata riesplode la polemica nell’Aula della Camera. Lega Nord e Movimento 5 stelle rivendicano il diritto delle opposizioni a far sentire la propria voce e attaccano la presidente di Montecitorio, Laura Boldrini, che invece non farebbe “nulla” per tutelarli.
A far andare l’opposizione su tutte le furie non è solo la decisione del governo di ricorrere per la sedicesima volta dall’inizio della legislatura al voto di fiducia su un decreto, ma anche la richiesta del Pd di chiudere anticipatamente la discussione generale sul dl carceri (che passa con 203 voti favorevoli e 54 contrari, mentre M5S e Lega non partecipano alla votazione) e l’istanza, avanzata nel pomeriggio dal presidente della commissione Giustizia Donatella Ferranti, di far tornare il testo in commissione per circa due ore per apportarvi delle modifiche.
Il governo non avrebbe potuto porre la questione dei fiducia se il testo non fosse stato modificato su alcuni punti. Cosa che avviene con l’approvazione, praticamente all’unanimità di alcune proposte di modifica “importanti” come quella, ad esempio, che impedirà ai boss o a chi ha commesso gravi delitti di beneficiare della scarcerazione anticipata speciale (sconto di pena aggiuntivo di 30 giorni a chi è ritenuto meritevole dai giudici di sorveglianza). Norma che era contenuta, invece, nel decreto.
I “ritocchi”, comunque, sono in tutto una decina tra cui anche quella che permette l’applicazione dell’arresto e la misura dell’invio in comunità di minori tossicodipendenti incolpati per piccolo spaccio.
I deputati 5 Stelle prima hanno provato a protestare cercando di entrare alla spicciolata in gran numero nell’aula della commissione. Poi, quando la Ferranti ha chiamato i Vigili del Fuoco per capire se l’ambiente avesse o meno la capienza adeguata, dopo aver votato tre emendamenti tra cui quello sui boss, hanno abbandonato i lavori.