ROMA – Passa il decreto sviluppo alla Camera, i deputati presenti erano 612 tra cui due astenuti. La maggioranza ha potuto contare su 317 sì. I no sono stati 293. E’ la prima volta che la maggioranza alla Camera, dopo l’uscita di Fli, supera quota 316, in precedenza era arrivata al massimo a quota 314, raggiunta sulla mozione di sfiducia del 14 dicembre e il 2 marzo scorso sul federalismo.
Tante modifiche si sono aggiunte nel tempo al testo, al punto che il governo ha deciso di inserire un maxiemendamento su cui ha posto la fiducia. Le novità riguardano i precari della scuola, i fondi Fas nel Mezzogiorno, le patenti nautiche, la mancata stretta sui giudici tributari, l’alta velocità.
Precari. Passa il contestato articolo 9 comma 18 che prevede l’esclusione della scuola dall’applicazione della direttiva comunitaria: questa stabilisce l’obbligo di stabilizzare chi ha effettuato almeno tre anni di servizio. In sostanza questa norma europea prevede l’obbligo da parte del datore di lavoro (in questo caso il ministero dell’Istruzione) di assumere a tempo indeterminato il lavoratore che abbia prestato servizio per almeno 3 anni. La scuola, però, viene esclusa.
Fas. Il maxiemendamento modifica due crediti d’imposta:il bonus assunzioni e quello per gli investimenti. Ora il Fas non può essere disposto senza l’autorizzazione della Ue. Il secondo invece viene erogato solo in base alle risorse stabilite da un decreto del Tesoro.
Patenti nautiche. In sostanza saltano le semplificazioni sulle patenti nautiche e la possibilità di tassare forfettariamente al 20% il noleggio occasionale di nautica di diporto.
Giudici tributari. La sospensiva all’accertamento esecutivo (dal primo luglio) viene portata da 120 a 180 giorni. Al tempo stesso viene cancellato il comma sulla responsabilità dei giudici che non si pronunciano entro 6 mesi. Questa disposizione mirava a colpire le commissioni particolarmente lente.
Alta velocità. Cancellato il sovrapprezzo introdotto in Commissione sul biglietto per le tratte ferroviarie ad alta velocità.